Giorgia Meloni a Pd e M5S: «Quando il popolo arriva sotto al palazzo, devi uscire fuori»

22 Lug 2020 8:17 - di Fulvio Carro
Meloni

«Abbiamo stretto i denti, siamo andati avanti. Se siamo qui e l’Italia deve fare i conti con il partito della destra italiana, probabilmente il terzo partito italiano, è grazie a noi». Giorgia Meloni parla dal palco della festa “Piazza Italia”, la tre giorni organizzata a Colle Oppio.

Meloni: «Gli italiani guardano a noi come persone serie»

«Fratelli d’Italia ha raccolto in questi ultimi dodici mesi i frutti di un lavoro di anni. Sapevamo che il popolo italiano avrebbe guardato a noi come persone serie, che non si vendono per una poltrona», aggiunge la leader di FdI. «Arriveremo al governo ma per cambiare le cose, non per sopravvivere».

«La sinistra vuole giocare con la democrazia»

«La sinistra vuole accelerare su una nuova legge elettorale che vogliono approvare ai primi d’agosto. È un proporzionale puro, che rende impossibile avere una maggioranza coesa», incalza Giorgia Meloni. «Vogliono giocare con la democrazia e occuparsi esclusivamente della loro poltrona».

Regionali, con la vittoria del centrodestra un segnale preciso

«Fdi esprime ben 2 candidati alla presidenza, in Puglia e nelle Marche» alle prossime regionali. Con una eventuale vittoria del centrodestra daremo un altro segnale per far capire da che parte stanno gli italiani, che vorrebbero un governo di persone scelte da loro». Poi aggiunge: «Quando il popolo arriva sotto al palazzo, devi uscire fuori».

Meloni: «Io tifo sempre e comunque per l’Italia»

«Io al fianco di Conte? No, al fianco dell’Italia. Se nella trattative europea ci fossi stata io, la sinistra avrebbe tifato contro». Sull’elezione diretta del presidente della Repubblica conferma il sì: «E poi voglio vedere se Romano Prodi diventa presidente…».

Il Mes? «Per me è archiviato dall’inizio»

«Se il Mes sia stato archiviato va chiesto al Governo. Per me è stato archiviato dall’inizio. Per me non c’è alcuna ragione economica per accedere al Mes. L’unica era una ragione di carattere politico, è un ricatto dell’Europa che ritiene così di poter commissariare la nostra economia».

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