Il disastro del governo Conte: crollo senza precedenti dei consumi e dei redditi degli italiani
«Una vera e propria ecatombe per i consumi». Così il Codacons ha commentato lo studio di Confcommercio che vede un calo del 15,2% a giugno rispetto allo scorso anno. Cifre che rendono evidente un crollo senza precedenti. Drasticamente sono diminuiti i redditi delle famiglie, molte delle quali si trovano in gravissime difficoltà. Aumentano le emergenze, cresce la tensione e il governo non risponde. Anzi, soprattutto i Cinquestelle fanno finta di niente e continuano a fare spot sui social. Si esaltano da soli con i video-beffa postati sui social.
Famiglie impoverite, consumi al lumicino
«Nonostante le riaperture e la ripresa delle attività commerciali», spiega il presidente Carlo Rienzi, «i consumatori non comprano, a dimostrazione delle difficoltà economiche che investono milioni di famiglie. La crisi legata al lockdown ha prodotto un depauperamento dei redditi che si traduce in una forte contrazione dei consumi, preesistente anche nella Fase 3».
Incrementare il potere d’acquisto
La situazione mette a rischio migliaia di negozi e di posti di lavoro e che deve essere affrontata dal governo «attraverso misure specifiche». Misure utili per «incrementare il potere d’acquisto delle famiglie, a partire dal taglio dell’Iva e da una riduzione della pressione fiscale».
Il calo dei consumi alimentari
La Coldiretti fornisce altri dati, sempre negativi. I consumi alimentari degli italiani fanno segnare infatti un calo del 10% nel 2020. Il motivo? Il crollo del canale della ristorazione che non viene compensato dal leggero aumento della spesa domestica. L’analisi è fatta sulla base dei dati Ismea. Si evidenzia un taglio complessivo della spesa alimentare domestica ed extradomestica di ben 24 miliardi per l’intero anno 2020.
Il settore della ristorazione in sofferenza
«A pesare», sottolinea la Coldiretti, «è la chiusura pressoché totale durante il lockdown della ristorazione». In questo settore «rimane una situazione di sofferenza per le difficoltà economiche, lo smart working, la diffidenza dei consumatori e le difficoltà del turismo, soprattutto straniero».