Lampedusa è al collasso, ma il sindaco se la prende con Salvini: “E’ un mentitore seriale”
Lampedusa è al collasso. I continui sbarchi nell’isola degli ultimi giorni hanno creato un nuovo corto circuito. “La situazione è insostenibile”, denuncia il sindaco Totò Martello dopo la nuova raffica di sbarchi (altri tre nelle ultime ore).
Il sindaco di Lampedusa se la prende con Salvini
“Se il governo non proclamerà lo stato di emergenza per Siracusa, lo farò io. L’hotspot non è più in grado di accogliere migranti, la responsabilità di questa emergenza non può ricadere sul sindaco, sull’amministrazione comunale e sui lampedusani”. In questo momento nel centro di accoglienza dell’isola si trovano oltre mille immigrati, dieci volta la capienza massima prevista. E lo scontro diventa politico. Da un lato l’Sos quotidiano del sindaco Martello, dall’altro le mancanze di un governo sordo alle richieste dei lampedusani.
Scontro di numeri sugli sbarchi
Dopo il pressing contro l’esecutivo, però, il primo cittadino rivolge i suoi strali contro Matteo Salvini dopo la sua visita all’isola. Da Radio Capital torna ad accusare il leader leghista di strumentalizzare l’emergenza a fini elettorali. E di raccontare balle. “Si comportarsi da mentitore seriale, sostenendo che quando lui era ministro ‘non c’erano più sbarchi’. nulla di più falso. Quando Salvini era ministro gli sbarchi a Lampedusa sono sempre proseguiti. Basterebbe leggere i report del ninistero degli Interni per verificare quello che sto affermando”.
Ma il sindaco di Lampedusa, il giorno dopo la visita del leader del Carroccio, alza il tiro. “Se Salvini fosse venuto a Lampedusa in quel periodo, quando da sindaco ho più volte chiesto una interlocuzione con il Ministero che allora guidava, avrebbe visto con i suoi occhi le imbarcazioni dei migranti entrare in porto. Forse allora non è venuto a Lampedusa proprio per questo motivo. Per non dovere ammettere la realtà e continuare a negare l’evidenza”.
“E’ venuto per pura propaganda politica”
E ancora: “E’ venuto adesso per pura propaganda politica. E si comportandosi come un pericoloso ‘giullare di piazza’ che fomenta odio e rabbia”. A Salvini che lo ha definito un ‘poveretto’ replica così. “Ebbene sì, forse lo sono. Mio padre era pescatore, mi ha insegnato ad andare per mare quando ero ancora un ragazzino. Non frequento lidi balneari alla moda in giro per l’Italia. Non mi sono arricchito con la politica. E vivo ogni giorno insieme ai miei concittadini, nella mia Lampedusa. Sono un pescatore e sono orgoglioso di esserlo. Lui invece si fa chiamare ‘capitano’. Ma capitano di cosa?”.
Immediata la replica di Salvini. “Noi difendiamo i pescatori, gli imprenditori e i lavoratori di Lampedusa. Stufi di un’invasione senza precedenti, che l’anno scorso avevamo fermato. Lo dicono i numeri, che non mentono: 11.334 sbarchi dall’inizio dell’anno a oggi contro i 3.508 dello stesso periodo del 2019. Almeno quelli il sindaco pro-sbarchi e pro-Carola Rackete li vuole leggere? Se ora dice di voler dichiarare lo stato d’emergenza piange lacrime di coccodrillo”.