La nuova Casta è quella dei grillini: la contestazione all’ex ministro Toninelli lo conferma
Mattia Feltri, direttore dell’Huffington Post, l’ha bollata come «scemocrazia», versione aggiornata della Prevalenza del cretino della premiata coppia Fruttero&Lucentini. E poi l’appuntata come una medaglia sul petto di Danilo Toninelli a imperitura memoria della risposta da questi data ad alcuni borgatari che contestavano l’alleanza del M5S con «quelli di Bibbiano», cioè il Pd. Eccola: «Sono sette anni che mi dimezzo lo stipendio». Messa così, assomiglia al classico dialogo tra sordi. Il primo chiede: «Dove vai?». E l’altro risponde: «Porto pesci!». Ma è solo apparenza. Toninelli ci sente benissimo. Il problema è che chi lo ha programmato ha inserito la stessa risposta per ogni domanda, illudendosi che bastasse a scavallare ogni polemica, qualsiasi critica e tutte le diffidenze.
Mattia Feltri sull’HP: «Siamo alla scemocrazia»
Una sorta di lasciapassare anti-Casta con cui affrontare senza danni il malcontento popolare. Lo stipendio dimezzato come filtro per depurare della loro tossicità le tre P della esecratissima trinità grillina – Palazzo, Poltrona, Privilegio – fino a farne normali attrezzi del difficile mestiere di onorevole. E questo spiega perché Toninelli ha assecondato l’istinto alla fuga, una volta resosi conto che il suo “sacrificio” non aveva prodotto l’effetto sperato. Ma questo è anche il motivo per il quale la contestazione all’ex-ministro rischia di trasformarsi in un incubo per ogni grillino.
Toninelli rischia di essere il primo di una lunga serie
A seminare vento, è noto, si raccoglie tempesta. E si sa che la politica è sempre pronta a vendicarsi di chi pretende di cavalcarla prendendone le distanze. Piaccia o meno, alla lunga il principio di realtà è destinato a prevalere sulle tante, troppe, bufale sparate da una banda di scappati di casa sotto il sorriso compiaciuto dei soliti volponi del mainstream cultural-editoriale. Due anni e più di governo grillino, prima in condominio con la Lega, ora con ZingaRenzi e Bersani, hanno dimostrato che nulla resta dell’armamentario grillino, ad eccezione di un tintinnio di manette. Tutto il resto è evaporato nel nulla cosmico, compresa l’abolizione dei vitalizi. Figuriamoci lo stipendio dimezzato del povero Toninelli.