Migranti, le coste italiane prese d’assalto. Ma il 30 il Senato “processa” Salvini su Open Arms
Il Senato voterà il 30 luglio sull’autorizzazione a procedere per Matteo Salvini per il caso della Ong spagnola Open Arms.Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo del Senato.
«Mentre le coste italiane sono prese d’assalto dai clandestini e si segnalano decine di immigrati positivi al Covid che scappano dai centri di accoglienza, giovedì 30 luglio il Senato voterà su un altro processo contro di me per il No allo sbarco degli immigrati a bordo della Open Arms – dice Salvini. – Orgoglioso di quello che ho fatto, non vedo l’ora di vincere le elezioni per tornare al governo e difendere l’Italia e gli italiani’».
La vicenda è relativa allo sbarco, in Italia, il 20 agosto scorso, di un centinaio di immigrati clandestini che il Procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio fece scendere a terra a Lampedusa dalla nave Open Arms, poi sequestrata, dopo che il comandante aveva cercato di imporre prima a Malta e poi all’Italia il carico di immigrati.
La mossa di Patronaggio è arrivata fuori tempo massimo quando oramai Salvini era riuscito a convincere la Spagna a prendere in carico gli immigrati sulla base del fatto che la nave della Open Arms batteva bandiera spagnola.
Di li poi la decisione del magistrato agrigentino di procedere contestando una serie di reati: il sequestro di persona e omissione di atti di ufficio, commessi abusando del ruolo di ministro degli Interni.
Prima dello sbarco deciso dal procuratore Patronaggio diversi immigrati si erano gettati in mare perché erano stati avvisati che una volta in acqua erano da considerarsi naufraghi e, quindi, l’Italia sarebbe stata obbligata a salvarli.
Il caso della Open Arms ricorda quello della nave militare Gregoretti ma anche quello della Sea Watch3 con la quale Carola Rackete forzò il blocco urtando una motovedetta della Finanza.
La vicenda della Gregoretti riguarda, invece, la nave militare che, sempre ad agosto 2019, dopo aver recuperato 131 immigrati, venne bloccata da Salvini che impedì lo sbarco al porto di Siracusa per quattro giorni.