Omofobia, Fratelli d’Italia all’attacco: “E’ un bavaglio alla libertà. Solo un delirio ideologico”
Fratelli d’Italia all’attacco del testo sull’omofobia targato Pd in discussione in commissione Giustizia della Camera. La proposta del relatore dem Alessandro Zan rischia di provocare una discriminazione al contrario. “E’ un bavaglio alla libertà d’espressione e di opinione. Che apre la strada a pericolose derive liberticide”. Lo dichiarano in una nota Carolina Varchi e Ciro Maschio, componenti della commissione Giustizia. “Il nostro ordinamento giuridico – aggiungono i deputati di Fratelli d’Italia – già punisce le condotte discriminatorie basate sull’orientamento sessuale”. Nel mirino il testo del provvedimento. “Che punta a rafforzare le tutele per gay e trans. E rappresenta una discriminazione rispetto agli altri soggetti individuati dalle normative europee come ‘vulnerabili'”.
Fratelli d’Italia contro la legge sull’omofobia
La verità è un’altra. “Si tratta di un delirio ideologico imposto da Boldrini e dai suoi colleghi del Pd. Che ignorano quali siano le vere necessità degli italiani. Fratelli d’Italia continuerà la sua battaglia in commissione e in Aula per impedire l’approvazione di una legge non solo inutile ma che potrebbe essere utilizzata come arma di repressione di ogni forma di dissenso”.
Dopo l’altolà dei vescovi, non meno dura la posizione della Lega che parla di legge-manifesto Zan. “Non solo mette a rischio la libertà di pensiero. Ed è l’espressione di ideologismi e strumentalizzazioni. Ma non è neppure necessaria. Perché non riempie alcun vuoto normativo”. Così Jacopo Morrone, deputato della Lega. “Il codice penale – spiega l’esponente del Carroccio – prevede già strumenti di tutela contro ogni tipo di violenza e aggressione. Al contrario, il disegno di legge Zan potrebbe introdurre una fattispecie di reato d’opinione contraria a ogni regola democratica. Addirittura discriminante verso chi non è allineato al ‘pensiero unico’. Su temi delicati che riguardano la sfera etica e morale di ogni persona”. Da liberi cittadini – conclude – dobbiamo avere la possibilità di dissentire su certi argomenti. Senza per questo essere calpestati o emarginati. Da chi pretende di imporci per legge cosa pensare. Esattamente ciò che avviene nei regimi liberticidi.