Presidenzialismo e lotta all’assistenzialismo sociale: ecco la ricetta per l’Italia
Riceviamo e pubblichiamo.
Credo che nel nostro Paese occorrerebbero modificazioni costituzionali urgenti e necessarie. Innanzi tutto, Repubblica Presidenziale, un Presidente che abbia poteri esecutivi al di sopra dei partiti. Quando i partiti sono decisivi anche un minuscolo gruppo ferma l’azione di Governo. Le formule di una Repubblica Presidenziale possono diversificarsi, quella categorica degli Stati Uniti, quella meno assolutista della Francia, sebbene è la personalità che ne determina la consistenza.
Una legge elettorale sostanzialmente maggioritaria, che stabilisca una destra ed una sinistra, con sfumature, centrodestra, destracentro, centrosinistra, sinistracentro. Meglio eliminare i partiti vaganti da una parte e dall’altra. Abbiamo sperimentato la situazione, la sperimentiamo, ed è la paralisi trasformista. Quindi, non proporzionale.
So che stanno tentando il proporzionale per salvare partitini, follia nera, abbiamo necessità di schieramenti compatti e di Presidenti in condizioni di decidere. Il timore dell’autoritarismo è solo voglia di ottenere uno spazietto per dei gruppetti.
Abolizione dei vari sussidi a chi non lavora, se non è malato o anziano inabile. Redditi vari, casse integrazioni varie sono catastrofici. Occorre favorire il lavoro dei disoccupati con altri lavori. Se non vi è minima possibilità di altro lavoro si sostenga il non occupato.
Ma poiché non è pensabile che non vi sia alcunché a fare il lavoratore in condizione di lavorare deve lavorare e lo Stato animare questa ricerca in quell’immenso territorio di opere socialmente utili (strade, ponti, scuole e quant’altro), ed ovviamente nei privati. Il non lavoro retribuito e il non lavoro in sé disonorano la società e la immiseriscono. Deve cessare la concezione che l’ economia sia carità. Alla gente bisogna dare lavoro non carità. La carità fa apparire buona una società perversa.
Sia lasciata ai singoli ed alle religioni, senza dilagare. Gli uomini sono esseri laboriosi non oggetti di pietà.
Favorire strenuamente le imprese di lavoratori, l’ autoccupazione. Se un “padrone” chiude l’impresa sia favorita la proprietà dei lavoratori, i quali, a costo di lavorare dieci, dodici ore, o qualsiasi orario, si impegnino a sopravvivere occupati. Il lavoro è e diverrà massimamente il vertiginoso dramma del futuro.
I lavoratori possono fare impresa anche originaria, non per fallimento dell’impresa del “padrone”. Se robotica, intelligenza artificiale, digitalizzazione si attueranno maggiormente come pare inevitabile, il lavoro ed i lavoratori ne avranno contraccolpi desolanti. Quindi: o si creano lavori socialmente utili, o si diminuisce l’orario di lavoro, o si distribuisce socialmente la ricchezza. Certo è inaccettabile che la ricchezza si concentri in mani sempre di minor numero e di massima presa.
A tal fine occorre una coscienza politica ed economica dei lavoratori e dei ceti medi, vittime entrambi di questi processi tecnologi dei sistemi produttivi. Invece di credere risolta la situazione con il dare redditi a persone inattive e cassa integrazione i lavoratori dovrebbero cominciare a farsi classe autoprotetta.
Difficile il futuro dei ceti medi produttivi, il commercio avverrà online, anche forse gli acquisti alimentari, viaggi, turismo similmente, negozi, piccole e medie imprese, anche le grandi imprese, avranno vita difficile se prevalgono la robotica, l’intelligenza artificiale, la digitalizzazione. Ciò comporta, lo ripeto, un problema di redistribuzione della ricchezza.
Sarà la problematica del futuro: come far sopravvivere masse che non lavorano sostituite dalle macchine? La carità non è la soluzione. Né la cassa integrazione né il reddito a vuoto. La soluzione è la diffusione sociale dei profitti o l’impresa di lavoratori o il mutamento dell’orario di lavoro? Lavori socialmente utili? Questione aperta.
Nel breve periodo può servire il baratto sociale, lo scambio di prestazioni, io sono professore e ti fornisco lezioni, tu guidi, e mi accompagni.
Venendo a noi, la società italiana sembra risvegliarsi contro la stasi pseudoprotettiva della politica che finge si tutelare l’irresponsabile popolo aggiungendo ad ogni atto il cordone sanitario. La congiunzione di politica e sanità rovina e schiavizza la società. Basta illudere che una misura è sorta dal dovere di proteggere e si obbliga il cittadino ad obbedire. Tra qualche mese obbligheranno ad un vaccino dispendioso e vano,se non dannoso, in nome della salute. O ad un vaccino tardivo, post virum. Ad una scolarità babilonica, in nome della salute.
Bisogna riconoscere che i consulenti dell’uso politico del Virus sono abilissimi, dopo aver terrorizzato per il Virus ora terrorizzano con la salute: per stare bene occorre il vaccino, e la mascherina, oltre l’assurdo e inosservabile distanziamento sociale. Che in Europa la gente non muore e non ha bisogno di vaccino e distanziamento atterisce i vaccinomani, i quali però hanno un abile ritrovato: se stiamo bene con il vaccino saremo immuni per sempre.
Abbinano vaccino e società, una società alla vaccinara. Ma la società sta già abbastanza bene e nessuno può garantire che starà meglio con il vaccino. Quale? Dopo che il Virus è semi sparito? E quale Virus se è mutabile? Vogliono tenere in pugno la società, la vaccinazione universale. Pazzia farmaceutica, dominio politico sanitario. Non sarà facile che vincano. I popoli sono impauriti ma non dementi. Vedremo.
Il vaccino per valere doveva esistere mesi passati. Dicono, tornerà. Su che fondamento, non si tratta di una influenza, del resto siamo immunizzati in grandissima quantità, senza accorgercene. Infine si dichiara clinicamente morto il Virus, ossia non fa morti, è curabile. Dico, l’Europa In altre parti del mondo non vi è tutela sanitaria, per questo la gente muore, tenuto conto, però, che una cosa è la positività altra morire.Positività è presso che niente, clinicamente.
Italia, tutta l’Italia, unita, con voglia d vivere contro questi mascheratori del sorriso, del volto nudo, questi distanziatori dei rapporti umani, questi nemici del sole, dell’aria all’aperto, della corsa nei prati, del mare blu, delle campagne verdi…Italia, tutta, Nord, Centro, Sud, Italia con i suoi borghi, le sue città, le sue regioni, l’Italia nell’Europa, nel continente più libero che esista, dove non ti uccidono per motivi di fede, come nei paesi musulmani, e puoi criticare il potere senza che ti ingalerino, come in Cina.
L’Europa, con i suoi orrori, tuttavia senza rivali come civiltà, l’Europa che deve ringiovanire la sua popolazione, l’Europa che non deve colmarsi di popolazioni straniere, perché non sarebbe più l’Europa.
Bambini neri, bambini gialli, bambini marroni, una meraviglia, non ci stanchiamo di guardarli, ma che vi siano sempre più bambini europei, perché siamo in Europa, non per altro. Ad avere il primo seggio come Paese di denatalità, che vantaggio ricaviamo?
La gente corre al mare, magnifico, questa è salute. Ma i vaccinomani, gli abbinatori di politica spalleggiata dai farmaci non abbandoneranno la morsa sulla società. Che intervenga il vero Dio antichissimo, il Dio Sole. Dobbiamo aver fede nel Dio Sole.
Ed in Vulcano, il Dio del lavoro.
Si alla dx sociale che prevede tutto ciò ,
Quante sciocchezze. Meglio lasciar fare alla scienza quando si tratta di vite umane. Vedere Stati Uniti, svezia, inghilterra, etc che non hanno voluto sentire chi ne capiva di più. I vaccini salvano le persone, le chiacchiere le lasciano morire