Open Arms, Salvini: “Se il Senato deciderà di processarmi, Conte verrà con me”
“Ho agito per il bene del mio Paese”. Alla vigilia del voto del Senato sul processo per il caso Open Arms, Matteo Salvini non si muove di un centimetro. Accusato di sequestro di persona, conferma di aver agito in perfetta sinergia con il governo. Conte in testa.
Salvini: se andrò a processo, Conte verrà con me
“Se qualcuno domani in Aula”, dice l’ex ministro dell’Interno durante una conferenza stampa, ”riterrà che sia stato commesso un reato, ne risponderanno in tanti. A cominciare dal premier Giuseppe Conte, visto che sono scelte prese collegialmente con alcuni interventi presi per iscritto”. E ancora ironico :”Vuol dire che eventualmente il presidente del Consiglio mi accompagnerà un po’ a Catania e un po’ a Palermo e prenderemo una granita…”. Nessun reato commesso. Il leader del Carroccio ripete di aver fatto lealmente quello che c’era nel programma di governo, che gli italiani si aspettavano e che la legge permetteva. “Se poi – aggiunge – dovrò andare al processo per difendere il mio Paese, non sarà il primo né l’ultimo. E lo farò serenamente”.
Il terzo voto dopo i casi Diciotti e Gregoretti
Il Il leader della Lega era già stato giudicato in Senato per i casi Diciotti e Gregoretti. Per la prima vicenda la richiesta venne respinta. Anche grazie all’appoggio dei pentastellati. Che all’epoca erano al governo con Salvini. Per la Gregoretti si è deciso per il rinvio a giudizio. Il processo è stato spostato a ottobre, dove essere a luglio, a causa del lockdown.
Cosa si aspetta Salvini dal voto sul via libera al processo per la Open Arms? ”Mi aspetto che il voto di domani sulla Open Arms esprima onestà, dignità e correttezza. Quello che ho fatto, l’ho fatto in compagnia dell’intero governo, a partire dal presidente del Consiglio”.
Il sì al processo è appeso al voto dei renziani
L’esito del voto di domani è appeso ai 18 voti dei renziani. L’ex ministro può contare sul no all’autorizzazione a procedere di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. In tutto 136 senatori. Voteranno per il sì al processo i 95 senatori grillini, i 35 del Pd e i 5 di Leu. In tutto, quindi, 135 parlamentari. A fare la differenza saranno quindi i 18 senatori di Italia Viva. L’eventuale salvataggio di Salvini aprirebbe un’altra crepa nella rissosa maggioranza. Renzi vive il solito dilemma: graziare l’ex ministro dell’Interno o dare il via libera al processo facendone una vittima della giustizia politicizzata.