Santa Sofia torna ad essere moschea: il dolore del Papa. Lite tra la Lega e l’imam di Milano

12 Lug 2020 18:16 - di Adele Sirocchi
Santa Sofia

“Il mare mi porta lontano, penso a Istanbul, penso a Santa Sofia, sono molto addolorato”. Così il Papa, parlando a braccio dopo la preghiera dell’Angelus a San Pietro, ha voluto esprimere il suo rammarico per la decisione della Turchia di riconvertire in moschea la chiesa di Istanbul. Dopo aver salutato “tutti coloro che lavorano sul mare, specialmente quelli che sono lontani dai loro cari e dal loro Paese”, Francesco ha alzato lo sguardo e ha espresso, non senza una nota di commozione nella voce, il suo dolore.

La risposta di Erdogan

Dalla Turchia arriva a stretto giro la risposta. L’iconografia religiosa di Santa Sofia, che tornerà a essere una moschea, “non sarà toccata” e sarà visibile ai visitatori di tutte le fedi. Lo ha assicurato il portavoce del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, Ibrahim Kalin, in interviste separate concesse ieri alla turca Trt e alla britannica Bbc, sottolineando come nel Paese ci siano “un consenso ed un sostegno enorme tra i partiti politici, di opposizione e repubblicani” sulla riconversione di Hagia Sofia da museo a moschea, riconversione per la quale  Papa Francesco si è detto “addolorato”.

La Grecia minaccia sanzioni alla Turchia

La Grecia intende imporre sanzioni alla Turchia per la decisione di Ankara. “Erdogan ha commesso un errore storico, un errore che crea un divario”, ha dichiarato il portavoce del governo Stelios Petsas a SKAI. Petsas ha sottolineato che il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha preso “la decisione sbagliata”.

“La Grecia condanna questa azione e farà ogni cosa in suo potere per imporre conseguenze alla Turchia”, ha aggiunto, sottolineando come “ogni opzione sia sul tavolo e la possibilità di sanzioni non solo da parte dell’Europa ma anche dalle organizzazioni internazionali come l’Unesco”. “Non ci sono dubbi sul fatto che procederemo con una qualche forma di sanzione”, ha aggiunto, senza fornire ulteriori dettagli.

Il presidio della Lega a Milano

La Lega ha annunciato un presidio di protesta a Milano sotto il consolato della Turchia. Sarà presente anche Matteo Salvini. Una notizia che ha suscitato la reazione di Yahya Pallavicini, imam di Milano e presidente della Coreis, la Comunità religiosa islamica italiana, il quale ha detto che su Santa Sofia non devono esserci speculazioni dei “politicanti italiani”. “Chi specula per trionfalismo e sovranismo, sfruttando simboli religiosi e culturali, non è mai per il dialogo interreligioso – conclude il presidente della Coreis -. Queste sono solo campagne di opposizione e denigrazione, che si fondano su basi istintive ed emotive”. Pallavicini aveva dato però ragione al Papa, osservando che Santa Sofia non deve essere né moschea né museo ma che deve “rimanere una chiesa e basta”.

 

Commenti

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  • Giuseppe Forconi 14 Luglio 2020

    Ma questo pallavicini è un italiano o il classico musulmano di turno che crede di cambiare l’Italia??? Nessuna critica particolare per il possibile cambio di direzione per Santa Sophia, essenziale ed importante è tenere lontano l’islam dall’Italia.

  • Banchero Giuseppe 13 Luglio 2020

    I fratelli del Papa, di cosa si lamenta!