Schedatura Google per quelli che non la pensano come la rete Lgbt. Da Pillon a Sgarbi, da Feltri alla Meloni
19 Lug 2020 17:31 - di Redazione
Basta essere contro l’utero in affitto, o dire di credere ancora nella famiglia tradizionale. Basta criticare le adozioni gay. O dire che i termini madre e padre non possono essere cancellati con un colpo di penna. E arriva il bollino rosso su internet. Come? Esiste una estensione di Google Chrome che si occupa di segnalare in rosso nomi e pagine di utenti ritenuti colpevoli di omofobia. In pratica una lista di proscrizione prima che entri in vigore la legge Zan. Si chiama Shinigami Eyes e così viene definito: “un componente aggiuntivo del browser che evidenzia pagine e utenti di social network transfobici e trans-friendly con colori diversi”. Il colore rosso indica omofobia, il verde indica siti e persone trans-friendly. Bollati col rosso politici come Matteo Salvini e Giorgia Meloni o come l’ex ministro della Famiglia Lorenzo Fontana. E testate non allineate come La Verità e Libero. E ancora Vittorio Sgarbi e Vittorio Feltri.
Pillon: stigma sociale come con gli ebrei
“Ovviamente io sono in cima alla lista – commenta il leghista pro-family Simone Pillon – con un bel rosso carminio che spicca in ogni mia pagina o contenuto. Mi consola essere in buona compagnia, con tanti amici della Lega, tutti i ragazzi e le ragazze del family day e perfino qualche femminista ritenuta TERF (cioè contraria a riconoscere i trans come femmine). Questa storia mi ricorda, sia pur con un ben diverso livello di violenza, quella di un pazzo criminale che costrinse i figli d’Israele a cucirsi una stella gialla sul petto. Si comincia così, puntando il dito e marcando con un colore diverso per evidenziare lo stigma sociale. Sappiamo come finisce. Tutto questo accade oggi, mentre la legge zanscalfarottoboldrini ancora non è in vigore. Immaginate domani…”.
Terragni: tutto ciò mi ricorda la lettera scarlatta
Anche la giornalista di sinistra Marina Terragni, incappata nel bollino rosso perché contraria alla legge Zan contro la omotransfobia, è scandalizzata dalla schedatura delle idee e titola il suo commento su Fb “La lettera scarlatta”, in riferimento al romanzo di Hawthorne: “C’è una estensione di google – scrive Terragni – già scaricata da più di 20000 persone, che fa comparire in rosso i nomi delle-gli utenti di Facebook bollati come Terf (Femministe Radicali Trans Escludenti, a loro dire): così viene definita-o chi pensa che l’utero in affitto sia una abominio, chi ritiene che la prostituzione non sia un lavoro come un altro, chi lotta contro la somministrazione di ormoni a bambine e bambini dal comportamento non conforme, chi si oppone al cosiddetto self-id: la libera determinazione del genere a cui appartenere senza alcun atto pubblico. A che cosa serve segnalarci? Che uso si intende fare di questa segnalazione?”.
Lo vado dicendo ormai da MOLTO TEMPO. Bisogna sostituire il software pro google dei nostri telefonini con sistemi operativi Liberi (Open Source) come per esempio LineageOS o Havoc, con i quali e’ possibile funzionare senza l’occhiuto Google perennemente appollaiato sulla nostra spalla. Poi, di conseguenza, mettere in piedi reti social alternative. Io non le frequento per scelta, ma mi dicono che Telegram non sia male. E se i vari Zuckerberg e Gates inistono, che s’accontentino dei plagiati o s’impicchino, le persone libere possono e devono fare a meno dei loro “disinteressati e filantropici” “consigli”.
Io sono un grande tradizionalista.
Viva la famiglia composta da padre,madre e figli.
shinigami vuol dire dei della morte in giapponese, questa è una lista della morte vera è propria ma cosa aspettano le autorità!!! chi la fatta è pericoloso!!