App Immuni: Azzolina e Speranza non sanno più come fare per convincere gli italiani a scaricarla
Ora anche il governo riconosce che la App Immuni è stata un fallimento clamoroso. Secondo i primi dati (ufficiali), sarebbero appena 5 milioni i download effettuati della App di tracciamento. Tanto per avere un parametro sono meno di quelli effettuati per la App di Mediaset Play. Insomma, gli italiani preferiscono vedere le repliche di Temptation Island che farsi tracciare.
Un numero esiguo, come riconosce il professor Stefano Denicolai, membro della task force del ministro Paola Pisano. Infatto, ad oggi, gli italiani che la hanno scaricata sui loro smartphone sono pari al 13% della popolazione che potrebbe scaricarla.
Il professore ha rinnovato il suo appello perché la App Immuni sia scaricata dagli italiani. «È uno strumento di prevenzione, non di reazione. Quindi è fondamentale che tutti gli italiani la scarichino prima possibile, per salvare vite ed evitare nuovi lockdown. Nel frattempo, la diffusione procede a rilento.
App Immuni: ce l’ha solo un italiano su dieci
Ma la App Immuni è servita a qualcosa? Finora a poco. Dal 1 giugno sono stati 105 gli utenti positivi che avevano Immuni e hanno caricato le loro chiavi nel backend (21 a giugno, 38 a luglio e 46 per ora ad agosto). Le notifiche vengono registrate dalla App dal 13 luglio e ne sono state inviate 809. Inoltre almeno quattro potenziali focolai sono stati bloccati anche grazie alla app. Le persone entrate in contatto con un positivo avevano ricevuto la notifica di alert da Immuni. Numeri che fanno comprendere l’importanza di una maggiore diffusione della App.
E proprio per sensibilizzare gli italiani a scaricarla già dal 1 giugno è partita una vasta campagna di comunicazione con spot passati su tutte le principali reti televisive, sui giornali cartacei e online, in radio e sul web, che però finora non ha sortito gli effetti sperati. Protagonista dell’ultimo spot apparso sul piccolo schermo è Flavio Insinna, che invita appunto gli italiani a scaricarla, e ha fatto registrare un aumento dei download. Inoltre da agosto Immuni ha anche una pagina su Facebook, Twitter e Instagram. Ma non è abbastanza.
Ecco perché il ministero della Salute sta già lavorando a una nuova campagna, annunciata qualche giorno fa dallo stesso ministro Roberto Speranza. Anche il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina ne ha sottolineato l’importanza raccomandandola tra le misure assolutamente opportune per il rientro a scuola a settembre.
Intanto dal ministero fanno sapere che l’app Immuni non raccoglie dati che permettono di risalire all’identità di chi la usa, non chiede, né è in grado di ottenere, dati sensibili come nome, cognome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono o indirizzo e-mail. Inoltre, per determinare il contatto, Immuni sfrutta la tecnologia Bluetooth Low Energy e non utilizza dati di geolocalizzazione di alcun genere, inclusi quelli del Gps. Infin, l’applicazione ha avuto il via libera ufficiale anche dal Garante della Privacy. Basterà a convincere gli italiani che è più utile delle ultime puntate di Temptation Island?