Bonus, Crosetto: «Inps inquietante, sapeva tutto da fine maggio ma ha parlato solo ora. Perché?»

10 Ago 2020 14:43 - di Alberto Consoli
Inps

Furbetti del bonus Inps? Lo schifo rimane intatto verso i cinque parlamentari che avrebbero incassato i 600 o 1.000 euro previsti dai decreti scritti coi piedi e destinati ai lavoratori autonomi. Ma provate ad andare oltre, dietro questo penosa faccenda. Molto non torna. La cannonata su twitter arriva da  Guido Crosetto. Come sempre pragmatico e sobrio, invita a ragionare più che a imprecare. In un tweet ci spiega che la notizia era già da tempo in possesso dell’Inps; in un altro che la vicenda racchiude interrogativi che devono andare al di là dello sdegno per il comportamento miserevole dei cinque parlamentari.

Bonus Inps: “Non è normale che…”

Scrive Crosetto: “Lasciate per un secondo da parte l’odio, lo schifo ed ogni giudizio sui 5 parlamentari che hanno richiesto il bonus. Saranno crocifissi. Rimanete sul fatto. L’Inps incrocia dati sensibili per verificare non comportamenti illegali ma inopportuni? A voi sembra normale? A me no!”, rimarca Crosetto.

Le “bombe” di Crosetto

Poi l’affondo. Certo, gesto inqualificabile,  effettuato nel perimetro di una legge lacunosa, argomenta Crosetto, ma che si configura come una  violazione, un illecito. Il tutto, inutile girarci intorno, riporta all’Inps  da cui è trapelata tutta la faccenda. Dunque, bisogna tirare qualche somma, dice Crosetto:  “Per giornalisti che vogliano ancora fare il loro mestiere – premette -: mi dicono che i vertici Inps fossero a conoscenza del fattaccio da fine maggio. E che allora abbiano informato alcune persone. Ma non è saltato fuori fino ad oggi…”, conclude. A buon intenditor poche parole, è il succo del retroscena in cui Crosetto invita a indagare.

Il retroscena del bonus Inps, Cosa non torna

E la vicenda rimanda dritta dritta nel mondo grillino. Non dimentichiamo che i vertici dell’Inps sono di nomina cinquestelle. Che c’entra? C’entra eccome se si incrociano alcune circostanze. C’è il referendum, bellezza! Quello sul taglio dei parlamentari. “Un pizzico di scandalismo anticasta fa comodo ai populisti. Fermo restando che il fatto in sé è davvero miserabile… rispone un utente a Crosetto. ” C’è il voto per il referendum sul taglio dei parlamentari. La gogna servita ad orologeria”, commenta un altro utente twitter. Insomma, c’è qualcos’altro dietro la voracità dei cinque furbetti. La tempistica , lascia pensare che ci sia sotto qualcos’altro. Crosetto, lo conosciamo,  non è persona che dica parole a caso.

Il ruolo del referendum

Un retroscena di Libero invitava a non sottovalutare il fatto che Luigi Di Maio sia stato il primo a precipitarsi contro i cinque deputati e che l’informazione provenga dall’Inps a guida grillina. A ciò si aggiunge quanto dichiarato al quotidiano dall’ex Dc, Gianfranco Rotondi a proposito del  referendum del 20 settembre sul taglio dei parlamentari. Il No sta andando a gonfie vele, secondo i sondaggi. Ossia la campagna  di chi ritiene di non di non tagliare  la rappresentanza parlamentare, soprattutto ora che  è stata messa da parte. Così, Rotondi ha rivelato:  “Chiamo un bene informato e domando: chi sono questi cinque deputati? Risposta: cinque fessi che ci servivano perché nei sondaggi il No stava andando avanti. Tutto chiaro”.

 

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