Covid, il virologo Clementi: «I migranti sono un pericolo, il governo deve fare qualcosa»

13 Ago 2020 9:14 - di Liliana Giobbi
virologo Clementi

A dare lo scossone è il virologo Clementi. «Oggi abbiamo tre tipi diversi di focolai di coronavirus Sars-Cov-2 in Italia. I focolai interni, che sono al momento normali e fisiologici e sono diventati una minoranza. Poi ci sono i focolai di ritorno dei vacanzieri. E poi un terzo tipo quantitativamente più importante che è dato dagli ingressi irregolari. È evidente che vanno affrontate tutte le tipologie e che servono tre strategie diverse». A sottolinearlo all’Adnkronos Salute è Massimo Clementi, dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano.

Il virologo Clementi: «In passato ci sono state fughe»

L’esperto si focalizza in particolare sul tema dei migranti: «Io non so che intenzioni abbia il Governo su questo. Ma spererei che se ne stia occupando e che siano tutti sotto controllo, perché in passato ci sono state fughe. Qualcosa il Governo deve fare».

«Ora non c’è pressione sulle strutture ospedaliere»

«La situazione in Italia non la vedo modificata», continua il virologo. «Le positività rilevate sono aumentate rispetto ai giorni scorsi. Ma per il 95% dei casi si tratta di persone asintomatiche o paucisintomatiche. E ancora non c’è pressione sulle strutture ospedaliere. Quindi da un punto di vista clinico-medico il fatto che circoli un virus che dà infezioni asintomatiche è irrilevante».

«Non bisogna farsi sfuggire di mano i focolai»

«Questi numeri sono rilevanti da un punto di vista epidemiologico e statistico», continua il virologo Clementi. «Dimostrano che il virus circola ancora, ma non rappresenta in questo momento un problema per noi, se non ci faremo sfuggire di mano i focolai. Soprattutto il prossimo autunno-inverno».

«Controllare gli arrivi dai Paesi a rischio»

«Ero d’accordo con quei governatori di regione che intendevano prendere misure di controllo agli arrivi» da Paesi a rischio. E sono d’accordo sul fatto che il Governo in questo caso cerchi di fare un’operazione unificante su questo fronte. Quindi bene i test, anche se è possibile farli sugli arrivi via aereo,e via nave o treno. Meno facile invece controllare chi arriva in auto,perché ci sono anche quelli.Trovo giusto fare test al rientro da Spagna, Croazia, Malta, Grecia. Sono nazioni in cui l’epidemia è un po’ meno sotto controllo che in Italia».

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