Di Maio giura fedeltà e amore eterno al Pd: «Il mondo è cambiato, insieme stiamo bene»
«Siamo entrati in una nuova era». Così il ministro degli Esteri Luigi Maio, in un’intervista a La Stampa spiega in pompa magna perché la svolta di ieri nel M5S è una rivoluzione. Mostrando chiaramente quanto valga la sua parola e dimenticando come la pensava sul limite del doppio mandato. M5S alleato col Pd? «Si è aperto un percorso per le elezioni amministrative, sulla base di un lavoro che stiamo portando avanti al governo centrale. Credo faccia parte della naturale evoluzione delle cose, dopo di che sono i territori che debbono essere ascoltati, le persone che ci mettono la faccia e che spendono energie», dice Di Maio.
Di Maio: «Per le comunali spero in un’intesa complessiva»
E poi aggiunge: «I nostri iscritti hanno chiaramente detto di volere evolvere facendo evolvere il Movimento. In quasi dieci anni è cambiato il mondo ed è cambiata l’Italia. Non credo sia il momento di fare previsioni, ma è evidente che ora si possono porre le basi anche per le comunali del 2021. Si voterà a Milano, Roma, Torino, Bologna e Napoli e io spero che ci possa essere una intesa complessiva».
«Si è aperto un percorso nuovo e vero, che in questa fase Vito Crimi sta gestendo molto bene, e ora spetterà alle rispettive forze politiche aprire un tavolo per strutturare una risposta adeguata alle esigenze dei territori, insieme anche alle liste civiche che sentiranno di sposare quel percorso. Noi non rinunceremo mai ai nostri valori», aggiunge Di Maio.
Di Maio: «Io e Conte lavoriamo benissimo»
«Su Roma ritengo che Virginia abbia svolto un lavoro importante. Spesso non l’abbiamo pensata allo stesso modo, ma bisogna darle atto che per la prima volta, dopo molti anni, la Capitale ha preso un’altra direzione», ha detto ancora Di Maio. Andrea Orlando ha detto che Roma merita di meglio? «È l’opinione di Orlando, ognuna ha la propria, non voglio entrare in polemiche».
«Io e Conte lavoriamo benissimo assieme», ha sottolineato rispondendo sui rapporti con il presidente del Consiglio. Scommetterebbe un euro sul rimpasto? «Non scommetto di mio, ma le posso dire che non è un rimpasto la risposta ai problemi del Paese».
La difesa di Tridico
Il presidente dell’Inps Tridico avrebbe dovuto dimettersi? «E perché mai? – risponde il ministro degli Esteri – Siamo al paradosso: dei deputati si approfittano di un bonus tradendo la fiducia di chi li ha eletti e la colpa sarebbe dell’Inps? Su Tridico è in corso una campagna di fango che condanno con forza».