Hong Kong, la Cina mette in carcere Jimmy Lai, editore e giornalista. Assordante silenzio della Farnesina
“L’Apple Daily va avanti!”. E’ la sfida a Pechino del giornale di Hong Kong fondato nel 1995 da Jimmy Lai all’indomani dell’arresto dell’editore e giornalista, figura di spicco del fronte democratico nella City, finito in manette insieme a due suoi due figli. E’ il fondatore di Nex Media che edita Apple Daily e la rivista Next.
Jimmy Lai in manette
Ieri il giornale ha diffuso le immagini di Jimmy Lai in manette, nella redazione. E quelle dell’operazione – in base alla nuova contestata legge sulla “sicurezza nazionale” imposta da Pechino – con l’impiego di circa 200 poliziotti. Oggi in prima l’Apple Daily pubblica proprio la foto di Jimmy Lai in manette, con la promessa di andare avanti. E sul suo sito web in cinese fa sapere di aver stampato 550.000 copie, a fronte delle ‘normali’ 70.000, ringraziando i lettori per il “supporto”. Un editoriale denuncia quella che considera una “vendetta sui media indipendenti di Hong Kong” dopo le sanzioni americane contro funzionari cinesi e della City, ma assicura che “l’Apple Daily continuerà sicuramente a combattere”.
Arrestati anche due figli di Jimmy Lai
Jimmy Lai Chee-ying, stando al South China Morning Post, è stato prelevato dagli agenti del Dipartimento per la sicurezza nazionale dalla sua residenza. “E’ stato arrestato per collusione con un Paese straniero, per dichiarazioni sediziose e cospirazione”, ha detto una fonte al giornale. Secondo la ricostruzione del Post, dopo l’arresto di Lai, la polizia – in un’operazione con più di 200 agenti – ha fatto irruzione nella sede del tabloid Apple Daily, fondato nel 1995. Tra le persone finite in manette, scrive il Post, ci sono anche due figli del 71enne Jimmy Lai, Timothy e Ian, l’amministrazione delegato dell’Apple Daily, Cheung Kim-hung, e il chief financial officer del gruppo Next Digital (proprietaria dell’Apple Daily), Royston Chow Tat-kuen. Intanto, secondo le fonti del Post, continua l’operazione di polizia e “non è escluso scattino altri arresti”.
Mike Pompeo: la Cina ha sventrato le libertà di Hong Kong
Il segretario di Stato americano Mike Pompeo si è detto “profondamente preoccupato” per l’arresto ad Hong Kong del magnate Jimmy Lai. Questo arresto è “un’ulteriore prova che il Partito Comunista cinese ha sventrato le libertà di Hong Kong ed i diritti del suo popolo”, ha twittato Pompeo. Dalla Farnesina, invece, tutto tace.