Il sondaggio che allarma la sinistra: centrodestra avanti in Veneto, Liguria, Puglia e Marche

7 Ago 2020 18:14 - di Mia Fenice
regionali

Centrodestra in vantaggio in quattro delle sei regioni che andranno a votare il prossimo 20 e 21 settembre. Il dato emerge dall’ultimo sondaggio Dire-Tecnè. Nel Veneto, secondo il sondaggio, la partita è già chiusa, con il governatore Luca Zaia rieletto a furor di popolo con più di 50 punti di distacco rispetto al candidato del centrosinistra.

Sondaggio, Toti e Fitto in vantaggio

Nelle altre regioni, spicca il dato clamoroso della Puglia, con il governatore uscente, Michele Emiliano, indietro di ben 5 punti rispetto all’avversario del centrodestra Raffaele Fitto. Su Emiliano pesa la decisione di Matteo Renzi di non sostenerlo e di candidare Ivan Scalfarotto per fargli male.

In Liguria il governatore uscente, Giovanni Toti, al momento è avanti più di 10 punti rispetto al candidato Ferruccio Sansa sostenuto dall’alleanza del centrosinistra e dal M5S. In ToscanaSusanna Ceccardi, sostenuta dal centrodestra, è dietro al candidato del centrosinistra, Eugenio Giani, ma la distanza è di soli 5 punti, dato da allarme rosso per il Pd.

Marche, Francesco Acquaroli avanti

Nelle Marche il candidato di Giorgia MeloniFrancesco Acquaroli, sostenuto dal centrodestra,  al momento, è avanti al candidato del centrosinistra,  Maurizio Mangialardidi 7 punti. La partita è aperta, ma è un altro segnale positivo per la leader di Fratelli d’Italia, perché se dovesse vincere in Puglia e Marche, di fatto, sarà un passo importantissimo non solo per tentare il sorpasso della Lega ma di conquistare la leadership del centrodestra.

Sondaggio, il dato della Campania

Il Pd e il centrosinistra tremano. In Campania Vincenzo de Luca, al momento, è davanti a Stefano Caldoro del centrodestra solo di 5 punti e mezzo. Qui però il grosso del “bottino” elettorale De Luca lo dovrebbe portare a casa dalle oltre 15 liste di appoggio.

Fase difficile per Pd-M5S

Con questi risultati in mano, in caso di conferma, per il Pd ma anche per il M5S e la coalizione di governo si aprirebbe una fase difficile, di forte difficoltà. Non solo diventeranno più acute le contrapposizioni tra alleati ma anche all’interno delle singole forze politiche, a partire dal Pd, dove a quel punto non solo si dovrà definire la nuova linea politica ma pure decidere chi guiderà il partito nella nuova fase.

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