Le ossa sono di Emanuela Orlandi? La famiglia fa analizzare di nuovo i resti del cimitero vaticano
La famiglia di Emanuela Orlandi non si fida della versione ufficiale vaticana. Ha quindi affidato l’incarico per eseguire le analisi su alcuni frammenti ossei repertati nel cimitero Teutonico, all’interno della Città del Vaticano, un anno fa. I familiari della ragazza scomparsa il 22 giugno di trentasette anni fa hanno deciso di procedere privatamente alle verifiche dei residui ossei. I resti sono stati selezionati dai loro consulenti, il dottor Giorgio Portera e la dottoressa Laura Donato. Il laboratorio Toma Lab di Busto Arsizio per la parte genetica, e il Cedad dell’Università del Salento per la datazione tramite radiocarbonio, effettueranno i nuovi test. “Portare a termine le analisi sui residui è un atto dovuto – dice all’Adnkronos l’avvocato Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi – perché è necessario fugare ogni dubbio su questa controversa vicenda. Nonostante risulti ancora incomprensibile il modo di procedere che è stato stabilito dalle autorità vaticane”.
Chi ha fatto sparire Emanuela Orlandi?
Con un’istanza depositata lo scorso 25 giugno al giudice unico dello Stato della Città del Vaticano la famiglia di Emanuela aveva, infatti, deciso di opporsi all’archiviazione del procedimento relativo al caso dei resti ritrovati presso il cimitero Teutonico annunciando, tra l’altro, di voler procedere a eseguire accertamenti sui frammenti ossei. Un atto in cui l’avvocato Sgrò chiedeva anche di ascoltare il fratello Pietro Orlandi e l’acquisizione della documentazione integrale dell’attività svolta dall’ufficio del Promotore con copia dei filmati dell’attività peritale.
Il 30 aprile scorso il Vaticano ha chiuso l’indagine
Il 30 aprile scorso, la Santa Sede ha chiuso le indagini. In una nota, il Vaticano ha spiegato che i frammenti rinvenuti sono databili ad epoca anteriore alla scomparsa della giovane. I più recenti risalgono ad almeno cento anni fa. Ma la famiglia potrà fare ulteriori accertamenti. La Santa sede aveva aperto il fascicolo nell’estate 20Tutto era partito dalla denuncia dei familiari della giovane scomparsa nel 1983. Di conseguenza, il Promotore di Giustizia, Gian Piero Milano aveva autorizzato l’accesso a due tombe ubicate all’interno del Cimitero Teutonico.Tombe poi risultate vuote. Un “ulteriore accertamento aveva portato al rinvenimento, in un locale sotterraneo all’interno del complesso cimiteriale, di migliaia di frammenti ma tutti di epoca remota”. Ma Pietro Orlandi non è ancora convinto. E ha chiesto nuove analisi e nuovi accertamenti. Ma la domanda resta la stessa da quasi 40 anni. Chi ha fatto sparire la povera Emanuela?