Leclerc, la sinistra lo “processa” per razzismo e lui esplode: «Basta, sono stufo di questa storia»
Il “peccato” l’ha fatto quando ha deciso di non inginocchiarsi sulla griglia di partenza dei gran premi per la morte di George Floyd. Il campione dei Formula Uno, Charles Leclerc, è diventato il “nemico” da combattere e infangare. La sinistra mondiale non glielo perdona, anche se lui ha motivato perfettamente il perché del rifiuto. Niente da fare, un tiro a bersaglio, accuse di intolleranza.
Leclerc: «Non mettetemi nella categoria di chi discrimina»
Il pilota della Ferrari reagisce con forza. E non si piega al politicamente corretto. «È molto triste vedere come le mie parole vengano distorte per creare titoli che mi fanno sembrare un razzista. Non sono razzista e odio assolutamente il razzismo. Il razzismo è disgustoso», scrive in un messaggio su Twitter. «Smettete di mettermi nella stessa disgustosa categoria di persone che discriminano gli altri per il colore della pelle, per la religione o la razza. Io non sono come loro e non lo sarò mai».
«Ho sempre rispettato tutti»
Poi Charles Leclerc aggiunge: «Sono sempre stato rispettoso con tutti e questo dovrebbe essere la norma nel mondo di oggi. Chiunque stia usando la mia immagine per promuovere idee sbagliate, per favore la smetta. Non sono in politica e non voglio essere coinvolto in queste cose».
Il motivo del suo no al gesto per Floyd
Nei giorni scorsi il pilota aveva ripetuto il motivo per cui aveva rifiutato di inginocchiarsi. «Quel gesto non volevo farlo», le sue parole. «Anche perché a molte proteste che ci sono state in tutto il mondo si sono associati casi di violenza. E io non accetto mai nessuna forma di violenza. Non mi piace neanche che una protesta civile venga utilizzata dalla politica».
Leclerc ha indossato la maglietta
«Ho indossato la maglietta e mi sono schierato», aveva continuato Leclerc. «Ma è quella la causa, combattere il razzismo, non altro. Per essere chiaro penso che proprio la discriminazione razziale sia il principale problema del mondo in questo momento. Conoscere nel 2020 situazioni di razzismo è semplicemente assurdo».