Morra sul reddito di cittadinanza ai mafiosi: “Le mogli hanno dimenticato di dire che i mariti erano al 41 bis”

1 Ago 2020 18:45 - di Davide Ventola

Nicola Morra, presidente della commissione Antimafia, non è preoccupato dei privilegi indebiti ai mafiosi, ma dell’abuso della cassa integrazione da parte delle aziende. Bisogna leggere anche questo, ai tempi dei grillini al governo.

Delirio a 5 Stelle sulla sua pagina Fb

Sentite che cosa scrive sulla sua pagina Facebook l’esponente M5s. «Abbiamo appreso pochi giorni fa che la Cassa Integrazione erogata impropriamente per il Covid ammonta a 2,7 miliardi, mentre le vergognose, esecrabili, miserrime “truffe” (Morra le mette tra virgolette perché evidentemente non le ritiene tali) da indebita corresponsione del Reddito di cittadinanza sono costate 4,5 milioni. A giugno il Presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, aveva fatto rilevare, a proposito di Cassa Integrazione, che “stiamo sovvenzionando anche aziende che potrebbero ripartire, magari al 50%, e grazie agli aiuti di Stato preferiscono non farlo”. Fu massacrato, Tridico, sul piano mediatico…».

 

Il presidente della Commissione Antimafia “giustifica” i mafiosi

Quindi Morra si avventura in un esercizio di “benaltrismo”, sport diffuso a sinistra e tra i pentastellati. Il problema non sarebbe il reddito di cittadinanza ai mafiosi. Costato, secondo la stima di Morra, poco meno di cinque milioni di euro. Ma le aziende che durante il coronavirus hanno chiesto la cassa integrazione pur potendo farne a meno. Una stima che incrocia i dati Fillea-Cgil e quelli Inps davvero risibile. Calcoli da uno che ha studiato lettere e filosofia. E che di matematica ed economia ne mastica davvero poco. Ma il colmo arriva quando si parla dell’argomento che gli dovrebbe competere. La mafia. «Quando invece si è trattato di denunciare la “dimenticanza” (Morra la definisce così) della moglie di un detenuto al 41-bis, che non aveva specificato nella domanda per il Reddito di cittadinanza la singolare collocazione del coniuge, lo scandalo è stato, giustamente, unanime. Tutti i detrattori di quella misura si sono sbracciati per chiederne l’abrogazione. Peggio ancora quando sono stati scovati ben 37 furbetti, (33 italiani e 4 stranieri), a Gioia Tauro». Calcoli avventurosi, paralleli spericolati, per dimostrare che il problema dell’Italia non sono i mafiosi, ma gli imprenditori.

Su Facebook esplode la rabbia: “Morra, ci fai o ci sei?”

La risposta? Dietro il “bene bravo bis” dei grillini duri e puri, si leggono commenti inferociti. Miranda T.  scrive: “Sono costate…vuol dire che quei soldi non si recuperano più? Ma se li avete individuati, visto che hanno commesso una cosa vergognosa esecrabile miserrima, almeno almeno riprendetegli i soldi!” Cristina A. rincara la dose. “Bravi, avete dato il Rdc a ladri e spacciatori e non lo avete dato a chi ha lavorato e paga ancora le tasse. M5pippe”. Ancora più drastico Daniele M. “Ma ci sei o ci fai , volete che le aziende aprano con spese da sostenere folli per le vostre linee guida folli e idiote. Igenizzazione e mascherine inutili a costi stratosferici contando che da luglio avete cominciato a riscuotere tasse e quant’altro. Dovresti solo stare zitto. Pagliaccio”. E anche chi non insulta, è critico. Come Vito C. “Egregio Morra, un controllo effettuato sullo 0,8% dei attuali percettori del Rdc, non credo giustifichi certi toni trionfalistici”. Ma vallo a spiegare a Morra e ai grillini.

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