Napoli, De Magistris apre un cimitero islamico dopo aver “stangato” i morti napoletani
Tre giorni fa la stangata sui defunti napoletani, con un aumento di 350 euro per ogni tumulazione, oggi l’annuncio della prossima apertura di un cimitero islamico. Con i soldi in più incassati sui parenti dei morti napoletani? Probabile, visto che c’è una strana coincidenza tra quella circolare dello scorso 27 agosto dell’amministrazione De Magistris che stabilisce i rincari, fino a tre volte, per le operazioni cimiteriali come tumulazioni, estumulazioni ordinarie e straordinarie, e quello di oggi, sui loculi riservati ai musulmani.
Il cimitero islamico a Napoli: ce n’era bisogno?
La priorità della giunta De Magistris, dunque, è dare adeguata sepoltura agli islamici, in gran parte immigrati, che vivono in città. Secondo la tradizione del Corano i morti di religione islamica non vanno cremati ma seppelliti sotto terra. E la testa del defunto va rivolta verso la Mecca. Dunque le fosse per le bare debbono essere orientate tutte nello stesso modo, puntando alla città sacra dell’Islam. La location scelta? Santa Maria del Pianto, alla periferia est d Napoli.
La soddisfazione dell’assessore di De Magistris
“Grazie ad un attento e preciso lavoro avviato qualche tempo fa con l’amministratore unico di Asia, Maria de
Marco, dopo 15 lunghi anni è stata recentemente riconsegnata al Servizio Cimiteri l’area di via Santa Maria del Pianto destinata alla realizzazione del cimitero islamico”, annuncia il vicesindaco di Napoli Enrico Panini, titolare della delega ai cimiteri. Nelle sue parole, grande soddisfazione: “Anche se con non poche difficoltà, è stato raggiunto un grande risultato grazie al quale viene restituito al popolo islamico il luogo di pace per il culto dei propri cari. Ora, con la Comunità islamica, inizierà il lavoro di confronto finalizzato ad attrezzare l’area e renderla fruibile nel più breve tempo possibile”, conclude Panini.
Peccato che i cimiteri napoletani, a cominciare da quello più grande, di Poggioreale, versino in uno stato di abbandono vergognoso, come periodicamente documentato da inchieste giornalistiche.