Navalny avvelenato con gli organofosfati utilizzati contro il trafficante d’armi Emilian Gebrev
I medici tedeschi che hanno in cura Aleksei Navalny hanno contattato i colleghi bulgari che nel 2015 avevano seguito il caso di Emilian Gebrev, un trafficante di armi locale avvelenato con una sostanza simile a quella che sembra essere stata usata contro l’oppositore russo, rende noto Der Spiegel.
Il settimanale tedesco, che sul caso Gebrev coopera con il gruppo di giornalisti investigativi di Bellingcat, ha stabilito che la sostanza che ha avvelenato Navalny appartiene al gruppo degli organofosfati.
Lo scorso autunno, Der Spiegel e Bellingcat avevano identificato otto presunti funzionari dei servizi militari russi del Gru che avevano fatto avanti e indietro con la Bulgaria nei giorni precedenti all’avvelenamento di Gebrev.
Nel 2018, dopo il caso dell’ex-spia Sergei Skripal, le autorità bulgare avevano riaperto il caso di Gebrev, che è sopravvissuto e, allora, aveva chiesto la revisione del suo caso.
Gli inquirenti bulgari si erano recati in Inghilterra per prendere contatti con i loro colleghi.
All’epoca era stato detto che l’ex-spia russa Sergei Skripal e la figlia Yulia erano stati avvelenati con un agente nervino di tipo Novichok.
Il veleno era stato messo nella valigia di Yulia prima della sua partenza da Mosca per andare a trovare il padre a Salisbury, dove l’ex-007 viveva.
Un incontro consueto è previsto in coincidenza con l’anniversario della morte della madre.
L’avvelenamento di Skripal aveva provocato una grave crisi diplomatica fra la Gran Bretagna e la Russia.
La polizia russa ha intanto annunciato l’apertura di un “esame preliminare in relazione al ricovero di Aleksei Navalny il 20 agosto a Omsk“, trasferito sabato all’ospedale Charité di Berlino dove è stato confermato il suo avvelenamento.
Lo ha reso noto l’ufficio siberiano del ministero degli Interni.
E’ già stato effettuato un primo sopralluogo nei luoghi in cui Navalny era passato. E sono state raccolti “più di cento oggetti che possono avere valore di prova“, si precisa.