Paolo Mieli massacra Conte sul Covid: “Il governo pensa solo all’immagine, sulla scuola errori folli”
Quasi irride i professionisti dell’antifascismo, Paolo Mieli, ma lo fa con l’autorevolezza dello storico e la diplomazia del giornalista che non si schiera mai troppo. “Il fascismo? E’ morto con Mussolini…”, spiega criticando chi sventola la “minaccia” della dittatura contro forze politiche democratiche e di opposizione come quelle che si muovono nell’alveo del centrodestra. “Il fascismo non è alle porte. E chi lo pensa sta semplificando troppo. Ove mai una forma nuova di fascismo stesse arrivando, magari con un volto mondiale molto diverso dagli anni Venti, avremmo comunque tanti strumenti per divincolarci. Spero che certi capitoli si chiudano con una mano d’oblìo. E che tramonti l’idea di una storia che si ripropone uguale a sé stessa”, dice l’ex direttore del Corriere della Sera.
Mieli, Mussolini e l’immagine di Conte
Nella lunga intervista alla “Verità“, Paolo Mieli presenta il suo ultimo libro, “L’Italia di Mussolini in 50 ritratti“, nel quale riscrive anche alcune dinamiche storiche che portarono all’avvento del fascismo. “C’è ancora poca chiarezza sui meccanismi con cui salì al potere. Molti pensano solo alla marcia su Roma. In realtà fu un passaggio molto complicato, denso di occasioni perse da parte degli avversari del fascismo”.
Ma l’attualità incombe, il Covid, il caos delle scuole, i pasticci del governo Conte. Mieli è lapidario: “Le numerose task force hanno avuto mesi di tempo per prospettare soluzioni sui settori fondamentali: le comunicazioni, le fabbriche, e per l’appunto le scuole. La Cina ha affrontato la crisi pandemica con 2 mesi di anticipo: è stata la prima a denunciare, ad esempio, i focolai da rientro. Avremmo dovuto scendere con i piedi per terra, magari mandare qualcuno fisicamente in Asia per studiare soluzioni. Avevamo tutto il tempo. Invece i vari Stati generali, le varie task force, si sono rivelate delle messinscena, per promuovere l’immagine di un governo all’altezza. I problemi concreti non sono stati affrontati…”.
Il lockdown e il voto a breve
Mieli è molto critico anche sul lockdown: “Chiudere tutto è semplice, riaprire è più complicato. Ma, detto questo, il tema della scuola è stato affrontato in maniera pazzesca. Prima la storia dei banchi a rotelle, poi gli scuolabus, oggi la polemica è sulla misurazione della febbre a casa o a scuola. Discussioni senza senso. Anche la trovata di riaprire
le scuole il 14 per poi richiuderle una settimana dopo per le regionali, francamente non la comprendo. Il governo procede al buio, a tentoni, e il rischio è grandissimo…”.
La previsione dello storico e giornalista è di un voto a breve: “Un po’ tutti si stanno rendendo conto che volendo domare il M5s hanno fatto una concessione, cioè il taglio dei parlamentari, che non andava fatta. Dunque in questo difficile passaggio prevedo una forte debolezza di tutti gli assetti politici. Una stagione molto caotica…”. In cui – dice – la tentazione dell’autoritarismo, del governo fatto a colpi di Dpcm, è molto forte…”.
Si parla di Conte, non di Mussolini…
Grazie per la sua grande ONESTÀ INTELLETTUALE.
mandare qualcuno in Asia ? ci vorrebbe un intelligente;. ce ne sono molti ma la difficoltà sta nel predisporre un bando ad hoc
Questa è la storia dell’operato del governo negli ultimi 6 mesi.
Chi smentisce racconta non è Italiano