Rete Unica, il governo vicino all’intesa. Meloni: «Così favoriscono solo gli azionisti stranieri»

6 Ago 2020 19:09 - di Adriana De Conto
Meloni

Il futuro della Rete così come configurato dal governo giallorosso preoccupa  non poco Giorgia Meloni : “Sulla rete o si fa la separazione strutturale o si applica la legge 136 del 2018″. L’intervento del governo – mette in guardia la leader di FdI – va contro quanto deciso dal Parlamento e rischia di premiare solo azionisti stranieri. Il suo intervento sul dibattito relativo al progetto di rete unica proposto dal governo è chiaro.

Rete unica, le perplessità di Giorgia Meloni

Spiega la Meloni: “Il progetto sul futuro della rete sostenuto dal governo va in direzione opposta alla soluzione approvata dall’attuale Parlamento e in linea con il quadro europeo. Le difficoltà di un’azienda privata quotata in Borsa non possono essere risolte con soldi pubblici”. “Come si fa poi ad ipotizzare una rete unica sotto il controllo di Tim, che oggi capitalizza 5,8 miliardi di euro (rete e servizi); mentre parallelamente opera già con successo una società pubblica della sola rete come Open Fiber il cui valore è stimato tra i 7 e gli 8 miliardi,  un valore che potrebbe crescere notevolmente in caso di ingresso in Borsa? ”.

Molti dubbi e perplessità inficiano il progetto che il governo vorrebbe approvare. “Inoltre,- aggiunge la leader di FdI-  il governo vuol costruire il progetto di rete intorno a Tim e con una soluzione “verticalmente integrata”: una soluzione che andrà incontro ad una bocciatura certa da parte della Commissione Europea. Allora – propone- molto meglio e più semplice la nascita di una società terza della rete, centrata su Open Fiber e CDP e in cui far confluire le reti Tim; e quindi sotto il controllo pubblico e nazionale”.

La proposta di FdI

Bisogna poi ricordare che “il Parlamento si è già espresso a maggioranza sul modello di rete da costruire con la legge 136/2018: modello già richiamato  nella mozione in cui Fratelli d’Italia ha reclamato l’esigenza di una rete unica, ma nel contempo pubblica e wholesale-only, come dice l’Europa”.  Ha continuato Giorgia Meloni: “Se Tim non accetta di scorporare volontariamente la rete, rinunciando al controllo alla gestione,  è meglio procedere con la separazione strutturale consentita dalle attuali norme europee”.

“Scorporare le reti”

“Agcom e Agcmhanno il potere di imporre la separazione della rete. Che vuol dire scorporare la rete e obbligare TIM a cederla, a prezzi di mercato, ad altri soggetti, lasciando completamente la gestione. Credo che a questo punto sia questa la strada più giusta da percorrere, per uscire dalla situazione ingarbugliata nella quale i principali attori hanno bloccato il dibattito. La nuova rete, incentrata su Open Fiber e CDP, non avrebbe più legami con Tim e potrebbe assorbire interamente il personale di questa dedicato alla rete”.

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