Tutte le figuracce dei Cinquestelle: un elenco infinito di errori, gaffe e scivoloni
Il doppio scivolone del sottosegretario Di Stefano e della senatrice Elisa Pirro – entrambi grillini – va ad arricchire la serie infinita di gaffe e figuracce dei Cinquestelle. Un elenco da Guinness dei primati. Negli ultimi tempi i fedelissimi di Beppe Grillo stanno dando il peggio. Basti ricordare la frase incredibile di Piera Aiello (“gli ebrei ad Auschwitz avevano la fortuna di venire uccisi”), con successive scuse e precisazione del contesto. Oppure la lettera di Di Maio che ha provocato tanti sfottò.
Le figuracce dei Cinquestelle, ecco Conte
Di sicuro dalle figuracce dei Cinquestelle non è esente Conte. Ha fatto il giro del web le sue parole sulla Pasqua: «Significa, lo sanno bene i cristiani, passaggio. È il passaggio e anche il riscatto dalla schiavitù all’Egitto». Peccato per lui che la Pasqua a cui si riferiva era quella ebraica e non cristiana.
Gli errori clamorosi di Di Maio
Giggino Di Maio di scivoloni ne ha fatti tanti, a partire da quando – invece di dire coronavirus – disse coronavAirus, pensando fosse un termine inglese. Erano gli inizi della pandemia e probabilmente non l’avevano informato bene. Ma fece ridere quando attaccò Renzi paragonandolo al dittatore cileno Pinochet. Peccato che – nel post – scrisse: «Come ai tempi di Pinochet in Venezuela».
Le sbandate grammaticali di “Giggino”
Altre figuracce dei Cinquestelle riguardano gli errori di grammatica. Ancora una volta il protagonista in negativo è Di Maio. Due sue frasi sono diventate “storiche”. La prima: «Se lavoreremo bene, potremo ricucire il Paese soddisfando le esigenze delle persone». La seconda: «Il movimento ha sempre detto che noi volessimo fare un referendum».
Toninelli, il dito e il congiuntivo sbagliato
E Danilo Toninelli? Ha fatto il giro del web l’immagine di quando si leccò un dito. Per non parlare poi dell’errore da penna rossa fatto in uno dei suoi soliti attacchi a Salvini: «Come fa a dire che non vuole tradire Silvio Berlusconi? Lo avrebbe tradito la mezzanotte del 4 marzo andando con Matteo Renzi se la somma dei seggi avrebbe dato la maggioranza». La famosa regola del “se” che regge il congiuntivo l’esponente penta stellato evidentemente l’ha dimenticata.
Quell’intervento sulla Tav…
Esilarante il video del l’intervento al Senato del grillino Alberto Airola sulla Tav. «Noi… no scusate il contrario. 45 milioni, chilometri, sono italiani e l’Italia paga due terzi, quattro miliardi. E… no, scusate: 45 chilometri sono francesi, e l’Italia… scusate i dati sono molti, vi chiedo di avere pazienza».
Le altre figuracce dei Cinquestelle
L’elenco delle figuracce dei Cinquestelle continua con l’ex senatrice Sara Paglini che parlàò dei regimi violenti come quello di Pinochet. Ma per lei era Pino Chet, cioè Pino il nome e Chet il cognome. Sempre lei parlò di “colonnelli in Argentina” invece di “colonnelli in Grecia”.
Dal canto suo Nicola Morra scambilò disinvoltamente Verga con Pirandello. Infatti commentò così il sequestro di 7 milioni operato dalla Dia a Messina: «Non c’è soddisfazione più grande che togliergli la #roba, pirandellianamente parlando». E nell’intervento di Nunzia Catalfo, Microsoft diventò “Crosoft” oltre ad altre corbellerie da commedia comica.