Umiliati. I verbali del Cts sono un insulto alle famiglie delle vittime. Ad usare questi termini è il comitato dei famigliari delle vittime di Bergamo ‘Noi Denunceremo’, dopo la pubblicazione dei verbali del Cts, il Comitato tecnico scientifico sull’emergenza Covid, che è online sul sito della Protezione civile. Luca Fusco e Consuelo Locali, rispettivamente presidente e legale del comitato ‘Noi Denunceremo’ sono allibiti, sconcertati ed affidano al Giorno” la loro rabbia.
“A uccidere non è stato il virus assassino…”
“Ci siamo presi il tempo di leggere ed analizzare tutti i documenti desecretati – affermano in una nota – Riteniamo che i contenuti dei documenti emersi, particolarmente quelli che anticipano il lockdown nazionale, denotino che chi ha ammazzato la nostra gente non siano stati ‘il nemico invisibile’ o il ‘virus assassino'”. Parole durissime e precise. I verbali desecretati inchiodano infatti Conte. All’inizio di marzo gli esperti proposero di istituire zone rosse e blindare due comuni nella bergamasca particolarmente a rischio. Alzano lombardo e nembo. Ma Palazzo Chigi ignorò il “consiglio” degli espeti. E questa rimane una macchia sull’operato del governo che i familiari delle vittime non potranno mai perdonare.
Chi ha sulla coscienza le vittime di Bergamo
Le domande sono tante e le risposte, purtroppo, se arriveranno, non ripagheranno le vite stroncate. “Ci chiediamo – proseguono – come si possa arrivare alla terza settimana dalla dichiarazione dello Stato di emergenza senza avere una cernita completa dei letti a disposizione negli ospedali. Particolarmente nelle terapie intensive. O come si possa aver pensato che non fosse necessario tracciare gli asintomatici. Non siamo stati di fronte ad una pandemia, ma all’ennesimo caso di malagestione italiana. Ci siamo a lungo chiesti perché si sia deciso di tenere degli atti pubblici secretati per cosi tanto tempo. Ora abbiamo una risposta”.
“Oltraggio al pudore”
Troppe cose non hanno funzionato e ora i nodi vengono al pettine. Bergamo è stata sicuramente la città più piagata dalla furia del virus
. “Come rappresentanti dei familiari delle vittime ci sentiamo
umiliati ed offesi – concludono Locati e Fusco intervistati dal Giorno – Crediamo che quei documenti rappresentino un
oltraggio alla decenza ed al pudore. Per questo motivo, non intendiamo rilasciare dichiarazioni alla stampa fino a quando riterremo necessario ritornare a farlo. Il nostro silenzio sarà il silenzio di tutti i familiari delle vittime. Non solo quelle di coronavirus, ma anche di quelle che a causa dell’emergenza hanno dovuto posticipare cure ed operazioni importanti e che, pur potendo sopravvivere, ci hanno lasciato in questi mesi. Migliaia”
.