Calenda a Zingaretti: «Continui a prendere calci nel sedere da Grillo e compagni, è una follia»

16 Set 2020 9:59 - di Roberto Mariotti
Calenda

Un nuovo attacco di Carlo Calenda al Pd. «Io davvero, Nicola Zingaretti, non capisco il senso di continuare a prendere calci nel sedere da Beppe Grillo e compagni. Mah». Il leader di Azione lo scrive su Twitter. E posta una dichiarazione di Grillo in cui il leader M5S dice che «la sinistra ha poche idee, la destra non ne ha. Noi ne abbiamo qualcuna».

Calenda: «Renzi? Lui appoggia il governo…»

È l’ennesimo affondo contro i dem. Poche ore prima, infatti, Calenda era andato giù duro.«Io non sono con Renzi intanto perché lui appoggia il governo. In Puglia, tra l’altro, Emiliano è un signore che ha responsabilità gravissime sulla xylella, ha detto tutto il contrario di tutto su Ilva. Ha candidati impresentabili», le dichiarazioni a Porta a Porta.

La scuola e le difficoltà

Poi Calenda ha toccato il tema della scuola. «Io ho tre figli, l’esperienza non è positiva. Ma bisogna tenere botta e aspettare. Ora valuteremo come procedere ma sarà lunga e sarà tosta.Questo equilibrio tra sicurezza e necessità di andare a scuola è stato difficile in tutti i Paesi».

Calenda: sì alla soglia del 5%

Giorni fa aveva insistito con Renzi: Ho una sorta di dolore personale a vederlo al governo con il Movimento 5 stelle». Si va verso una nuova legge elettorale? «Io sono favorevole alla soglia di sbarramento al 5% e non al 3% altrimenti la polverizzazione sarebbe eccessiva». «Dovrò fare una battaglia», aveva proseguito l’ex ministro dello Sviluppo economico. «Quando è nata Azione tutti hanno detto “ma dove si mette, Renzi è già occupato”… Renzi lo abbiamo superato».

L’importanza delle battaglie minoritarie

«Questo lavoro è lungo e complicato. Il 5% è un risultato raggiungibile. Oggi nel sondaggio migliore siamo al 4.2% ed è di Alessandra Ghisleri, che non è l’ultima arrivata». Poi Calenda aveva aggiunto: «Se non si fossero combattute le battaglie minoritarie il mondo sarebbe ancora al Medio Evo. È il tempo di rimetterci in marcia, l’Italia è sempre più forte di chi la vuole debole».

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