Campania, Caldoro asfalta l’indagato De Luca: «Aiuta solo quelli del suo clan»

7 Set 2020 13:37 - di Francesca De Ambra
De Luca

«Oggi pomeriggio decidiamo il rinvio dell’anno scolastico al 24 settembre, accogliendo la richiesta che ci è stata fatta dai Comuni, dall’Anci, e da tutti i sindacati della scuola». Parla d’altro, Vincenzo De Luca, all’indomani della sua iscrizione nel registro degli indagati per i reati di truffa e abuso d’ufficio ipotizzati dalla Procura di Napoli relativamente alla promozione di quattro vigili urbani. Si capisce: non si aspettava che la notizia deflagrasse sulla stampa campana e nazionale dopo essere riuscito a lungo a tenerla segreta. Fatica sprecata. E ora ne deve sorbire l’effetto a due settimane esatte dal voto.

Siamo sempre al “mi manda Picone”

Non tanto per l’accusa in sé, ma come rimarca il suo avversario nella corsa alla presidenza regionale Stefano Caldoro, per  il «profilo politico» dell’indagine. Il candidato di centrodestra, solitamente misurato nelle reazioni, ci va giù duro: «De Luca – accusa – aiuta solo ed esclusivamente il suo clan familiare e il suo clan di amici stretti». Quella di Caldoro è «una denuncia politica enorme». E la snocciola così: «I suoi autisti possono essere aiutati, la sua famiglia deve essere privilegiata, il suo segretario particolare diventa sindaco di Salerno». Siamo al solito “mi manda Picone“, trasformatosi per l’occasione nel “mi manda De Luca“. Non va avanti chi è bravo, ma chi è simpatico a Vicienzo o’ Sceriffo.

Gasparri: «De Luca è ormai avanspettacolo»

È quel che in sostanza sostiene anche il forzista Maurizio Gasparri: «Ormai su De Luca non stupiscono più neanche le indagini». L’ex-ministro si riferisce alle indagini in corso sulla realizzazione di tre presidi anti-Covid (Napoli, Caserta e Salerno), realizzati in piena emergenza sanitaria di cui funziona solo il primo. Anche in questo caso, sottolinea Gasparri, le indagini «hanno coinvolto persone a lui molto vicine». Quelle sui vigili fanno dire al senatore azzurro che siamo in presenza di «una promozione degna del miglior film con Alberto Sordi». Con la differenza, aggiunge, che il sindaco interpretato da De Sica era «simpatico» mentre «l’irritante» De Luca «è ormai più un personaggio da avanspettacolo che un governatore».

 

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