Cesare Battisti lascia il carcere di Oristano: trasferito nella casa di reclusione di Rossano
Cesare Battisti è arrivato nella Casa di reclusione di Rossano (Cosenza), in cui è previsto il circuito di “alta sicurezza”. Ha lasciato dunque il carcere di Oristano in cui non vi è un reparto idoneo.
Le richieste della difesa
Lo scorso 18 maggio la sua difesa aveva presentato istanza di “declassificazione”, chiedendo per Battisti un circuito detentivo di livello inferiore. Ma il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) ha respinto la richiesta.
Lo sciopero della fame
Negli ultimi giorni l’ex terrorista ha annunciato di aver iniziato uno “sciopero totale della fame“, come annunciato in una lettera inoltrata al suo legale, l’avvocato Davide Steccanella, il quale ha sottolineato come sia stata “una scelta dolorosa ma inevitabile” scaturita dal fatto che da oltre un anno e mezzo Battisti è in isolamento diurno nel carcere di Oristano in modo “del tutto illegittimo”, secondo il legale, visto che “la pena dell’isolamento diurno a suo tempo inflitta era di sei mesi per cui è stata scontata a giugno”. Di qui la richiesta di trasferimento.
Battisti: io prigioniero di una sporca guerra
Due giorni fa, nel carcere di Oristano, Battisti ha ricevuto la visita del suo legale, al quale ha ribadito il perché dello sciopero della fame: “Sono sotto sequestro da gennaio dello scorso anno in Bolivia ed ora in Sardegna. Non mi hanno dato scelta, sono stato costretto ad uno sciopero totale della fame”. Poi l’ex terrorista, secondo quanto riferito dal suo avvocato, ha anche detto di “sentirsi prigioniero di una sporca guerra tra lo Stato e la lotta armata, e non, del periodo delle grandi contraddizioni sociali che hanno sconvolto l’Italia dalla fine degli anni ’60 agli inizi degli anni ’80”.
Battisti: lo Stato si vendica su di me
Infine ha aggiunto: “Lo Stato vuole sacrificare me in nome di una giustizia che non c’è, mi ha dichiarato guerra e questa si manifesta con la secretazione degli atti, con l’isolamento forzato e illegittimo e con una classificazione retroattiva di 41 anni. Siamo davanti alla vendetta dello Stato nei miei confronti a distanza di oltre 40 anni dalle contraddizioni sociali emerse con il ’68”. Parole duramente criticate dalla leader di FdI Giorgia Meloni che si è augurata che lo Stato non ceda “alle richieste di questo criminale”.
Probabilmente il sig. Battisti si è dimenticato di aver commesso degli omicidi!
Non mi meraviglierei se qualche giudice o magistrato, mosso da un senso di pietà, lo riabiliti!
Siamo in Italia, un paese ormai senz’anima