Clima d’odio a Lagonegro: sputa alla candidata a sindaco del centrodestra e riceve pure il plauso
Continua il clima d’odio generato da una sinistra intollerante e senza ritegno. Polemiche e rabbia in Basilicata per un episodio in cui è stata coinvolta Maria Di Lascio. È la candidata a sindaco del centrodestra a Lagonegro, in provincia di Potenza. Il fatto è stato denunciato pubblicamente dal fratello Vito. Stando alla ricostruzione, un uomo, vicino ad un’altra lista, «ha sputato, in luogo pubblico, nella della donna». E «il gesto insulso ha raccolto l’assenso di un’altra persona, che si è complimentata con lui».
Lagonegro, la candidato non ha reagito
L’episodio è stato «un gesto plateale di violento disprezzo nei confronti di una persona». Anzi, «di una donna che non si è mai arresa al malaffare». La candidata non ha reagito né ha risposto. Da più parti nel centrodestra hanno espresso solidarietà a Maria Di Lascio, espressione di Forza Italia. Il coordinatore provinciale del partito Nicola Pagliuca esprime «piena e incondizionata vicinanza alla candidata sindaco di Lagonegro, per l’aggressione subita».
Due uomini contro una signora
C’è indignazione a Lagonegro. «Nessuna giustificazione contro tali comportamenti», dice, «ancora più gravi nel caso specifico. Infatti, a manifestare violenza sono degli uomini nei confronti di una donna. È necessario stigmatizzare tali condotte che nulla hanno a che fare con una competizione elettorale e isolare, come ha dichiarato anche il nostro commissario il senatore Giuseppe Moles, gli autori».
«Gesto deprecabile e insensato»
Per Piergiorgio Quarto, consigliere regionale di maggioranza, «la candidata sindaco di Lagonegro è stata vittima di un gesto deprecabile, grave e insensato. Alcuni avversari politici hanno pensato di manifestare con un gesto indegno e volgare la loro diversità di pensiero. Sputare in luogo pubblico all’indirizzo di una persona, una donna, rappresenta un atto di violenza gratuita,inaudita, una bassezza ingiustificata e inqualificabile. Sono questi, metodi da etichettare e mettere al bando».
Condanna senza se e senza ma
Interviene pure la consigliera regionale di parità Ivana Pipponzi. «La critica politica è ammessa ed è comprensibile – afferma – ma quando si oltrepassano alcuni limiti e la critica si trasforma in condotte violente nei modi e nei termini con un linguaggio sessista senza precedenti, allora non è accettabile. E va condannata senza se e senza ma».
Metodi violenti tipici dei nazicomunisti. Davanti al pubblico, parlano calmi, di democrazia, non sono rancorosi, e amano tutti. Dietro le quinte, diventano belve senza dignità. Ricordo, di una persona a me vicina, del PCI, assessore, che riteneva i meridionali sporchi. Quindi lascio a voi le considerazioni…..