Conte bocciato anche dai prof del figlio: “Scuola nel caos, mancano banchi e insegnanti”
La lettera di Giuseppe Conte ai ragazzi che domani riprenderanno la scuola è da oggi su tutti i siti principali di informazioni, con quelle parole un po’ patetiche, un po’ “paracule” del premier, che da un lato scarica sui governi precedenti le mancanze infrastrutturali (ma il Covid non è marcato 2019?), dall’altro invita tutti a sopportare i disagi. Disagi che però ieri sono stati duramente stigmatizzati da un professore non comune, il preside della scuola dove studia il figlio di Conte, che in una lettera ai genitori si era lamentato della carenze di tutti i tipi con i quali studenti e prof devono fare i conti. Una lettera che è stata poi commentata, oggi, in una intervista al “Corriere della Sera”, alla vigilia della promessa visita del premier alla scuola in questione, per accompagnare il figlio.
Le accuse del preside di Conte jr
La figuraccia, di fronte al figlio, è abissale. Il preside della scuola romana dove studia Conte jr non le manda a dire. “Fosse dipeso da me avrei chiesto di posticipare l’inizio delle lezioni a dopo il referendum, sarebbe stato tutto molto
più lineare, ma ormai così non è, quindi…»”. Ora basta caos, vogliamo regole certe, dice il prof, rimasto anonimo per motivi di sicurezza, rivolgendosi anche al ministro Azzolina. “Basta cambiare le regole, come sulla distribuzione delle mascherine, sarà un caos consegnarle all’ingresso a ciascuno, non possiamo ritrovarci ogni mattina con tutto il lavoro da fare daccapo, è la cosa che ci fa perdere più tempo e che ci fa sbandare”, dice al quotidiano di via Solferino. Si parla di caos, di scuola allo sbando. “Mi spiace che la mia lettera abbia suscitato tutte queste reazioni. Io cercavo solo di raccontare la verità…”.
Niente banchi di Arcuri, ovviamente…
Anche a Roma, ovviamente, i famosi banchi promessi dal commissario Arcuri non si sono visti. “Fortunatamente una parte dei banchi monoposto— non quelli del commissario Arcuri che purtroppo, ormai sappiamo, vedono il Lazio fanalino di coda nelle assegnazioni, e di questi ne aspettiamo 430 — ma quelli comprati da noi coi fondi Covid, sono arrivati due giorni fa. Così nella primaria, con questi banchi, riusciamo a tenere in classe i 2/3 degli alunni, i rimanenti andranno a formare una nuova classe coi docenti Covid che ci verranno assegnati, sempre che accettino l’incarico…”. Una scuola che senza banchi e senza aule sarà costretta ad usare le verande esterne. “E speriamo nel bel tempo…”, dice il preside. Della scuola del figlio del premier….