Coronavirus, i nuovi dati preoccupano: oltre 1600 contagi e 10 morti. Nessuna regione è “Covid free”
11 Set 2020 18:39 - di Redazione
Coronavirus, il bollettino di oggi. Gli ultimi dati del ministero della Salute pubblicati sul sito della Protezione Civile parlano chiaro. Anche nelle ultime 24 ore sono stati 1.616 i nuovi contagi e 10 i morti per Covid. Ieri i casi erano stati 1.597, quindi il trend è lievemente in crescita. Mentre resta invariato il numero delle persone decedute. Oggi in Italia sono stati fatti 98.880 tamponi: un dato in linea con quello del giorno precedente, quando erano stati 94.186. Dall’inizio dell’emergenza sono stati eseguiti 9.554.389 test, di cui 1.775.670 nella sola Lombardia. L’Iss sottolinea un dato inquietante: l’aumento di nuovi casi segnalati in Italia va avanti per la sesta settimana consecutiva…
Coronavirus, il bollettino di oggi: oltre 1600 nuovi casi
Non solo. Sempre secondo il report odierno, crescono i ricoverati in terapia intensiva: 175, 11 in più di ieri. Da inizio emergenza i guariti sono stati 212.432, 547 nelle ultime 24 ore. Insomma, come riferisce anche l’Ansa sul suo sito in queste ore, «continuano a salire i contagi per coronavirus in Italia»: si supera la soglie dei 1600 contagi. Mentre il totale di vittime dall’inizio della pandemia arriva a 35.597. Per fortuna, riporta sempre l’agenzia giornalistica, «i guariti e dimessi sono complessivamente 212.432. Ossia, 547 più di ieri». Infine, scorporando il dato nazionale, apprendiamo che nessuna regione fa segnare zero nuovi casi mentre i maggiori incrementi si registrano in Lombardia (+257), Veneto (+173), Emilia Romagna (+152). Oltre cento nuovi casi anche Lazio, Toscana e Sicilia.
Il dibattito in corso sulla riduzione del periodo di quarantena
Intanto, in materia di infezioni e epidemia, tiene banco la discussione sulla riduzione della quarantena. Riguardo la quale il ministro Speranza ha tagliato corto dicendo: «C’è una discussione aperta con i diversi ministri della Salute a livello europeo circa la possibilità di abbassare il numero di giorni utili per la quarantena. In questo momento sia l’Oms, Organizzazione mondiale della sanità, che l’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, segnalano ancora come 14 giorni siano il tempo più opportuno». Intanto, «la Francia starebbe ragionando sull’ipotesi di 7 giorni. Altri Paesi valutano 10 giorni». «Noi – ha concluso quindi Speranza – valuteremo anche con gli altri Paesi europei. Bisogna essere consapevoli che stringere il numero di giorni provoca un innalzamento del rischio, che va ponderato con assoluta attenzione, per valutare se è lieve e sostenibile o no».