Governo, pronta l’agenda degli orrori targata Pd: Zingaretti detta la nuova linea a Conte
Ius Culturae, Mes, decreto sicurezza e, forse, patrimoniale. All’indomani del voto e nel pieno della crisi del M5S, Nicola Zingaretti detta la nuova agenda di governo, senza nessuna remora nel far capire che ora si sente il nuovo “padrone” dell’esecutivo. Si compie così il pieno tradimento del voto degli italiani alle politiche, che bocciarono quel Pd che ora impone il suo programma al Paese.
Zingaretti chiarisce chi comanda ora nel governo
Certo, Zingaretti assume toni rassicuranti e paludati sostenendo che, dopo l’election day, “quello che sta accadendo è la riscoperta di un clima positivo tra le forze alleate al governo”. “È da un anno che lo chiedo, ora vedo in Iv, Renzi, M5s, Leu e Pd una maggiore consapevolezza che bisogna lavorare insieme”, ha detto il segretario Pd in una intervista a SkyTg24. Ma, a leggere i temi, “lavorare insieme” significa fare quello che dice il Pd. Che, prima ancora di doversi esprimere così esplicitamente, ha trovato la sponda del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, bravissimo e rapidissimo – come ha già dimostrato – a riadattarsi a ogni nuovo scenario.
Le nuove priorità: Ius culturae e Dl Sicurezza
Su tutti vale il caso dell’apertura del premier sullo Ius culturae. “Mi hanno fatto molto piacere le parole del presidente del Consiglio. Sono molto d’accordo. È un grande atto di civiltà. In Parlamento servono i voti, combatteremo per ottenerli e le parole del presidente del Consiglio sono importanti”, ha detto Zingaretti, aggiungendo di augurarsi che “possa essere calendarizzato presto”. “Sarebbe una bella novità per un Paese più civile e sicuro”, ha commentato. E proprio il decreto Sicurezza è un altro punto su cui si è soffermato il segretario del Pd, ancora una volta potendo cogliere l’assist di Conte. “Non ci impicchiamo”, ha esortato Zingaretti. “Conte – ha aggiunto – oggi conferma quello che ho detto io: non ci sono problemi politici, solo tecnici. Si risolvano e si proceda“.
L’avvertimento di Zingaretti sul Mes
Più spinosa la questione del Mes, sul quale Conte – ancora – non si è espresso in maniera altrettanto risoluta. Ecco, dunque, giungere l’avvertimento di Zingaretti. “Rispetto le scelte del presidente del Consiglio, ma siamo giunti al tema: come queste risorse vengono utilizzare per accendere i motori italiani”, ha detto il segretario Pd, utilizzando anche il suo ruolo di governatore per far sentire il fiato sul collo a Conte. “Il canale di finanziamento del Mes è molto vantaggioso, come Regione Lazio – ha detto Zingaretti – presenteremo quello che si potrebbe fare con il Mes”.
L’ombra della patrimoniale
Infine c’è un tema che il segretario Pd non ha osato citare, ma che da quelle parti non smette mai di aleggiare: la patrimoniale. Il Pd ci provò in aprile sventolando l’idea della “tax Covid”. In questi giorni il tema è stato ritirato fuori da Carlo De Benedetti e da esponenti Pd come Ettore Rosato e Andrea Orlando, che però hanno additato Salvini come colui che la preferirebbe al Mes. Un ribaltamento della narrazione un tantino sospetto, tanto più se letto alla luce di un’intervista rilasciata da Goffredo Bettini al Corriere della Sera. Fra i consigli che darebbe a Conte, Bettini ha inserito “nuove politiche di lotta a ogni forma di rendita”, su cui “si deve accelerare”. Non sarà un diktat sulla patrimoniale, ma – insomma – lo sembra.
Zingaretti concede a Conte la proroga dei pieni poteri
Di contro Zingaretti offre a Conte la proroga dello stato di emergenza. “È evidente che siamo dentro a una fase di gestione della crisi da Covid. Stiamo molto meglio di altri Paesi, ma dobbiamo guardare ai Paesi che hanno abbassato la guardia troppo presto, sono tornati indietro. Siamo stati i primi a essere rigorosi, dobbiamo continuare. Abbassare le regole – ha detto – è un’ipoteca sulla possibilità di tornare a produrre e divertirsi”. Insomma, via libera a che il presidente del Consiglio mantenga “pieni poteri”. Purché, è piuttosto evidente, siano per attuare l’agenda degli orrori del Pd.