Il virologo Crisanti ha il delirio di onnipotenza: «Zaia ha vinto grazie a me»
Ci vuole coraggio a fare simili affermazioni. La “ruggine” tra il virologo Andrea Crisanti e il governatore “riconsacrato” Luca Zaia riaffiora a tempo di record. Lo scienziato dell’ospedale e dell’Università di Padova ha sempre rinfacciato al “doge” i suoi meriti nel governare alla grande l’emergenza coronavirus. Ha sempre “sofferto” l’esposizione mediatica del governatore e ha sempre tentato di attestarsi il successo del Veneto sulla gestione della pandemia come cosa sua. Ora va fuori di senno, addirittura attestandosi il merito del successo elettorale.
Crisanti, il livore contro il governatore
La lettura di Crisanti, assolutamente faziosa, è che il governatore si sia riconfermato solo ed esclusivamente per l’autorevolezza dimostrata durante i mesi passati tra lockdown e riaperture. In pratica Crisanti utilizza il plebiscito riportato da Zaia a Vo’ (il paesino dove è amatissimo e ha ottenuto consensi stellari) come motivo della vittoria di Luca Zaia alle elezioni. Il sillogismo è in realtà un sofisma, parte da premesse sballate dettate probabilmente da un complesse di inferiorità. In un’intervista a La Stampa, Andrea Crisanti riversa tutto il suo livore, avventurandosi nell’analisi politica sul voto veneto, dove il governatore uscente ha trionfato con il 76,8% dei voti.
“Se non fosse stato per me”
“I veneti hanno premiato Zaia per come ha gestito l’epidemia, con tutti i meriti e le contraddizioni del caso – ha detto – In una situazione disastrosa il presidente mi ha dato retta seguendo l’evidenza scientifica. Se non fosse stato per me Zaia avrebbe combinato un disastro. Il 28 febbraio parlò di epidemia mediatica, poi si è preso il merito e non ho potuto tacere”. In sostanza il sillogismo è questo: il leghista ha vinto grazie alla gestione dell’emergenza, l’epidemia l’ho frenata io, quindi Zaia ha vinto grazie a me. Una lettura astiosa che non tiene conto du un buon governo che viene da almeno un decennio.
I meriti di Crisanti che nessuno nega sono contenuti in un libro, “Libro nero del Coronavirus. Retroscena e segreti della pandemia che ha sconvolto l’Italia”, edito da Historica Edizioni e in uscita a inizio ottobre. L’ausilio del virologo ha altresì trovato in Zaia una sintesi politica determinante, frutto dell’autorevolezza e delle capacità del governatore. Zaia fu il primo a ordinare il primo giro di tamponi a Vo’, quando l’Oms diceva il contrario. Ed è stato sempre il governatore a disporre la chiusura dell’ospedale di Schiavonia dopo i primi casi di contagio. Insomma, la responsabilità politica delle scelte sono state del governatore. Appiattire il suo successo elettorale sulla pandemia, oltre che ingeneroso, è sicuramente poco lucido. Il che per uno scienziato è grave.
La replica di Zaia
“Non commento perché si commenta da sé”. Così il rieletto governatore risponde alle deliranti affermazioni. Secondo il rieletto governatore, “i veneti hanno apprezzato il fatto che ho ereditato una regione bistrattata, una provincia dell’impero, che non aveva molto rispetto. Oggi, dopo dieci anni, il Veneto è in prima fila, è sotto i riflettori e non lo dico per vanità, ma ha recuperato l’autorevolezza”.