Il virologo Massimo Galli: «Tra sei mesi saremo liberi dal Covid? Non ne sono affatto convinto»

16 Set 2020 8:58 - di Liliana Giobbi
Massimo Galli

«Non sono affatto convinto che il covid ci libererà entro 6 mesi. L’ottimismo deve essere accompagnato da interventi giusti». Sono le parole del professor Massimo Galli, responsabile del reparto Malattie infettive dell’ospedale Sacco, a Cartabianca. «È un virus nuovo, una realtà nuova. Trovarsi di fronte a una seconda ondata della stessa portata della prima è difficile, però abbiamo evidenti problemi. Basta guardare i numeri e basta guardare cosa sta succedendo nei nostri ospedali, anche se non in modo paragonabile a quello che succedeva a marzo. Prima di chiamarci fuori, dobbiamo usare tutte le cautele», afferma.

Massimo Galli: «Favorevole a ridurre i tempi della quarantena»

Capitolo riapertura delle scuole. «Mi auguro che tutto finisca per essere controllato e gestito in maniera da non avere un vero aumento di focolai che poi possono diventare incontrollabili. Il momento critico è rappresentato da tempistica e tempestività dei test». Si discute l’ipotesi di abbreviare la quarantena. «Sono favorevole a ridurre i tempi della quarantena», afferma Massimo Galli. Ma «se vengono decisi sulla base dell’esecuzione di un test. Servono risposte in tempi ragionevoli sulla presenza o meno dell’infezione. Se non si velocizzano le cose e non si sdoganano i test rapidi, rischiamo di fermare l’Italia. In attesa di sapere cos’ha avuto un bambino che ha avuto la febbre».

La valutazione dei tempi

«Più di un terzo delle persone che si infettano con Sars-CoV-2 rimane asintomatico. Quindi perché continuare con un’indicazione dell’Oms, più politica che scientifica, che a suo tempo ha detto 14 giorni di quarantena? Questo poi è stato detto per i numerosissimi Paesi nel mondo che non sono in grado di fare i test», dice ancora Massimo Galli. «Spero che l’Italia non debba messa essere nel novero dei Paesi che non sono in grado di fare i test». La cosa migliore – assicura – «è riconsiderare tutto il discorso delle quarantene mettendoci nell’ambito della valutazione dei tempi. Magari inserendo dei test rapidi antigenici».

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