Nuovo siluro di Trump alla Cina: mette al bando TikTok. “È un pericolo per la sicurezza nazionale”
Nessuna marcia indietro di Donald Trump su TikTok e su WeChat. Da domenica gli utenti che si trovano negli Usa non potranno più scaricarle, né potranno più scaricarne gli aggiornamenti. È stato il Dipartimento del Commercio Usa ad annunciare la decisione, dopo un braccio di ferro che va avanti da mesi, che rientra nella ben più ampia partita dei tesissimi rapporti diplomatici tra la Casa Bianca e Pechino e che, ora, assume anche sempre più spiccati connotati elettorali.
Gli Usa: “I dati in mano al Partito comunista cinese”
Il segretario al Commercio Usa, Wilbur Ross, ha spiegato che il divieto “dimostra ancora una volta che il presidente Trump farà tutto ciò che è in suo potere per garantire la nostra sicurezza nazionale. E proteggere gli americani dalle minacce del Partito comunista cinese”. La tesi statunitense, infatti, è che tramite TikTok e WeChat l’intelligence cinese possa accedere a “vaste aree” di dati sensibili dei cittadini americani. Le due App comporterebbero, così, “rischi inaccettabili per la nostra sicurezza”. “Il Partito comunista cinese – sottolinea ancora il Dipartimento – ha dimostrato come l’utilizzo di queste app minacci la sicurezza nazionale, la politica estera e l’economia“.
Il braccio di ferro tra Trump e TikTok
Già a inizio agosto Trump aveva annunciato di aver sottoscritto “gli ordini esecutivi” per bloccare dopo la metà di settembre il download e l’aggiornamento delle due App. Ne era scaturita battaglia legale e politica, che aveva portato la Bytedance, società cinese proprietaria di TikTok, ad annunciare un’azione legale contro l’amministrazione Usa e la volontà di cedere una parte minoritaria delle quote alle statunitensi Oracle o Microsoft. Una prospettiva ancora aperta, sebbene – secondo indiscrezioni – sarebbe intervenuta la contrarietà della Cina, e lo stesso Trump si sia mostrato più che cauto, sostenendo di volerci vedere chiaro.
L’accusa a Biden: “Se vince lui, vince la Cina”
Il tema dei rapporti con la Cina, del resto, appare quanto mai centrale anche nella campagna elettorale. “Se Biden vince, è molto semplice, vince la Cina. Se Biden vince, la mafia vince, vincono i rivoltosi, gli anarchici, gli incendiari”, ha detto The Donald, nel corso di un comizio elettorale nel Wisconsin.