Per Bergoglio l’assassino di don Roberto Malgesini non è un clandestino ma solo un “malato di testa”
Non è un immigrato irregolare, non è un clandestino non espulso dal governo, non è un assassino a sangue freddo del prete che lo aiutava. E’ un “malato di testa“, un semplice malato di testa, un pazzo, secondo Papa Bergoglio. Quasi un’assoluzione per incapacità di intendere e di volere, quella del Pontefice, per il killer di don Roberto Malgesini, ricordato ieri dal Santo Padre, non senza quel sottile distinguo che ha fatto molto distinguere.
L’assassino di don Roberto Malgesini? “Un malato di testa”
“Desidero ricordare in questo momento don Roberto Malgesini, sacerdote della diocesi di Como che ieri mattina è stato ucciso da una persona bisognosa che lui stesso aiutava, una persona malata di testa”, ha detto ieri Papa Francesco, in udienza generale, per poi aggiungere. “Mi unisco al dolore e alla preghiera dei suoi famigliari e della comunità comasca e come ha detto il suo vescovo, rendo lode a Dio per la testimonianza, cioè per il martirio, di questo testimone della carità verso i più poveri”. “Preghiamo in silenzio per don Roberto Malgesini – ha concluso – e per i tutti i preti, suore, laici, laiche che lavorano con le persone bisognose e scartate dalla società”. ”
Bergoglio e il prete degli “ultimi”
Il prete ucciso da “un malato di testa”, secondo Bergoglio, era stato ucciso a coltellate da un nordafricano, un tunisino di 53 anni con vari decreti di espulsione alle spalle dal 2015. Don Malgesini era conosciuto in città per il suo impegno a favore dei migranti. Il sacerdote di strada stava iniziando il suo giro di distribuzione delle prime colazioni. Sotto casa, ha trovato l’omicida ad aspettarlo: era una persona che don Roberto conosceva, un senzatetto al quale forniva assistenza e con il quale pare fosse anche in buoni rapporti. Resta da capire cosa sia successo tra i due, perché non vi sarebbero testimoni dell’aggressione.
Don Roberto è stato colpito da varie coltellate, quella letale al collo, uccidendolo. A Como nel gennaio del 1999 si era vissuto un fatto tragicamente simile: a Ponte Chiasso venne ucciso a coltellate il parroco don Renzo Beretta, da un immigrato al quale aveva dato accoglienza. A proposito di accoglienza…