Prete massacrato dall’immigrato, l’ira di Paolo Brosio: “Ha ucciso un Santo, il clandestino andava espulso prima”
“E’ accaduta una cosa vergognosa, un fatto gravissimo. La misericordia, la carità e l’amore per il prossimo non significano abbassare la guardia sulla sicurezza dei cittadini. E’ morto un prete santo, che era il benefattore del suo assassino, gli dava da mangiare, lo aiutava, mentre se andiamo a vedere, questo signore doveva essere rimpatriato fin dal 2015 e i provvedimenti non erano stati eseguiti. Dov’è lo Stato di diritto che doveva proteggere don Malgesini?”. E’ un Paolo Brosio arrabbiato e addolorato quello che, conversando con l’Adnkronos, commenta l’omicidio a Como di don Malgesini, ucciso a coltellate da un cittadino straniero con problemi psichici.
Il giornalista, famoso anche per la sua fede e la sua conversione, attacca duramente il governo.
Il prete ucciso da un immigrato che andava espulso
“Ma stiamo scherzando? -attacca Brosio- Questo assassino doveva essere oggetto di provvedimenti, mentre qui è morto un santo sacerdote perché non è stata applicata la legge. Questo morto non doveva esserci. Nessuno dice che non devi accogliere gli immigrati, ma mandare a casa quelli che delinquono sì. Non si può tenere una persona che accoltella il suo benefattore”.
Brosio argomenta poi nel merito: “Alcuni extracomunitari sono persone perbene, altri hanno precedenti penali già nel loro paese, solo che
nessuno va a verificarli! Noi stiamo in uno stato di diritto o no? La legge deve essere uguale per tutti, italiani ed extracomunitari. Chi
vigila sui confini del nostro paese? E dell’Europa? L’europa deve dotare l’Italia di forze di intervento europee che valutino chi deve
entrare. Chi ha precedenti penali, omicidi, reati contro il patrimonio, se ne stia a casa sua, non possiamo essere la prigione
dell’Europa”.
Don Malgesini e l’Italia che accoglie tutti
“Se continuiamo così “l’Italia non è più un paese sicuro –sottolinea Brosio– Basta applicare le leggi che ci sono, ma è un
problema che il nostro governo non vuole affrontare, o peggio che non sa affrontare”. Il giornalista e conduttore specifica che “uno Stato
di carità e di solidarietà è giusto che ci sia sempre, se ci sono barconi che affondano li devi salvare, ma poi o li distribuisci in
Europa, o rimandi a casa chi è criminale, altrimenti non è un’Europa solidale, è un business, un’operazione di solidarietà che è
un’ipocrisia”. “Stiamo scivolando verso un paese da terzo mondo che non ha più garanzie di sicurezza”, aggiunge Brosio, che si rifà anche ai dettami della Chiesa: “‘Date a Cesare quel che è di Cesare’ si diceva anche ai tempi di Gesù, le leggi di questo mondo vanno rispettate. Porgo l’altra guancia, ma se sono aggredito mi devo poter difendere. Questo non è un governo che fa bene. E’ morto un santo per gravi lacune dello Stato”, conclude.