Psicologi imbufaliti in piazza contro il ministro Manfredi: «Il governo ci prende in giro da mesi»
Psicologi in piazza davanti al Miur a Roma. Gli psicologi protestano contro il ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi. Da mesi «siamo presi in giro dal governo» spiega Davide Pirrone, portavoce del Movimento spontaneo nato per riunire i circa 10mila abilitandi in Psicologia. «Siamo qui – ha spiegato a margine del sit-in – per chiedere al ministro la riformulazione dell’esame di Stato per l’abilitazione alla professione di psicologo. Ad oggi infatti, a poco più di un mese dalla prossima sessione d’esame la cui data d’inizio è prevista per novembre, non sono ancora chiare le modalità di esaminazione e le tempistiche di svolgimento per tutti coloro che aspettano l’abilitazione».
La protesta degli psicologi
A causa dell’emergenza Covid, infatti, le modalità di svolgimento dell’esame sono state modificate. Prima della pandemia consisteva in tre prove scritte più un colloquio orale. Una prima prova incentrata sulla psicologia generale, una seconda dedicata alla progettazione di un intervento e una terza riguardante l’analisi di un caso clinico reale e per potervi accedere era necessario un tirocinio professionalizzante di mille ore distribuite in due semestri. Alle prove seguivano poi un colloquio orale sull’analisi del tirocinio e uno sulla conoscenza e sulle capacità di applicazione del codice deontologico.
«Sembra uno scherzo di cattivo gusto»
«Allo stato attuale invece – continua Pirrone – tutte le prove sono state sostituite da un colloquio telematico. Di cui continuano a non essere chiare né le modalità né i tempi. Sostanzialmente, quindi, ci apprestiamo ad affrontare un esame che risente di una serie di criticità non indifferenti. Prima su tutte quella inerente le modalità di valutazione. Che risultano essere diverse da ateneo ad ateneo nonostante si tratti sulla carta di un esame “di Stato”». Non solo, spiega il portavoce del movimento. «Sembra quasi uno scherzo di cattivo gusto, ma nel caso in cui durante la prova d’esame dovesse “cadere” la connessione… il candidato viene automaticamente bocciato. Non è pazzesco?».
La protesta di giugno
La manifestazione di oggi è avvenuta esattamente tre mesi dopo l’ultima protesta, che si è tenuta davanti a Montecitorio lo scorso 12 giugno, durante la quale gli abilitandi chiedevano incontri esaustivi con il ministro Manfredi e con i rappresentanti del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli psicologi. «Abbiamo incontrato sia il ministro che i rappresentanti dell’Ordine, ma da quegli incontri non è cambiato praticamente nulla: le linee guida emesse non sono vincolanti e danno comunque agli atenei universitari piena discrezionalità sulle modalità di svolgimento e di valutazione. In ogni occasione di incontro con le istituzioni ci è stata ribadita la volontà del governo ad attuare le modifiche necessarie».
«Tutto lettera morta»
E ancora. «Al fine di accogliere le nostre richieste. Ma nei fatti, e nonostante tutti i proclami e le dichiarazioni a mezzo stampa fatte dal ministro, finora è rimasto tutto lettera morta. Siamo scesi in piazza oggi rispettando tutte le regole anti-contagio è in maniera discreta, ma non possiamo proprio più aspettare: Manfredi deve ascoltarci e rispettare le promesse».