Roma Capitale, Rampelli: “Ma quale referendum. Pd e 5Stelle sono al governo, facciano le leggi”
Un referendum per Roma Capitale? No, grazie. Servono leggi e volontà politica. Fabio Rampelli torna a commentare la proposta del sottosegretario Roberto Morassut di indire un referendum per conferire poteri speciali a Roma come capitale d’Italia. “Pur confermando la mia stima lo ritengo personalmente un errore. Perché in questa maniera si provincializzerebbe il dibattito sulla Capitale. Che invece deve avere dignità nazionale. E non rischiare di essere derubricato a canea campanilistica“.
Rampelli: per Roma Capitale non serve un referendum
Sono gli Stati nazionali – scrive su Facebook il vicepresidente della Camera – che, ovunque, si occupano dello status delle loro Capitali. Dei loro poteri, delle risorse, dei beni. Rampelli punta l’indice sul nodo mai sciolto in questi vent’anni di una spaccatura “che sembra insanabile tra lo Stato italiano e Roma.Dopo la famosa e proficua legge voluta da Craxi su Roma Capitale. Che aveva l’intenzione di renderla competitiva con le principali capitali europee. E non con altre città italiane. Legge dormiente e de-finanziata da oltre dieci anni”.
“Basta chiacchiere. 5Stelle e Pd governano, facciano leggi”
“Con i più recenti epiteti di Roma ladrona, parassita, fannullona. Fino all’epilogo vergognoso del titolo di Mafia capitale dato all’inchiesta per corruzione e malaffare ‘Terra di mezzo’. Roma è stata lasciata in stato d’abbandono. Priva di strumenti operativi. Discarica di problemi sociali ed economici irrisolti altrove. Disconosciuta nelle sue funzioni nazionali e internazionali. Orfana di una visione e di un ordinato supporto da parte della Regione che la contiene”. Il M5S – conclude Rampelli – esprime allo stato attuale il capo del governo, i 2/3 dell’esecutivo e il sindaco di Roma. Il Pd ha i ministri del Mef e del Mit oltre al governatore regionale Nicola Zingaretti. Facessero dunque decreti, leggi, delibere e mettessero le risorse necessarie per risollevare Roma dall’abisso, altro che referendum“.