Sardine patetiche, esaltano Zaia per insultare Salvini: «Bollito». Paura per la Toscana: «Finirà come le Marche»

23 Set 2020 14:36 - di Redazione
Sardine

Le Sardine non perdono in vizio per attaccare il leader della Lega. «Che Salvini fosse bollito lo diciamo da novembre 2019…». Il leader delle Sardine, Mattia Santori, intervistato dall’AdnKronos, spara a zero contro Salvini.

Sardine, Santori contro Salvini

Rispondendo a una domanda sul dualismo, in Lega, tra Luca Zaia, che in Veneto si afferma con consenso plebiscitario e Matteo Salvini dice subito: «Zaia batte uno zombie». «Salvini – per la sardina – a furia di girare l’Italia promettendo “prima voi” ha fatto venire il dubbio a chi pensava veramente di essere il primo. Ma Zaia – avverte – non è meglio di Salvini, è più intelligente e più credibile ma ugualmente spregiudicato nel manipolare il consenso. Si è saputo difendere bene e, purtroppo, Lorenzoni non ha avuto sostegno da chi lo ha candidato».

Il voto in Toscana

Santori parla delle regionali e guarda in particolare a quanto avvenuto in Toscana e Veneto. «Sulla Toscana ci sarebbe tanto da analizzare, quando ti muovi sul campo, e noi lo abbiamo fatto, percepisci chi ci sta davvero mettendo anima e cuore e chi invece perde tempo a parlare di nomi, seggi e strategie elettorali. La Toscana – avverte – rischia di finire come le Marche, dove per troppo tempo si è smesso di rinnovare e si è data per certa la fiducia degli elettori». «Per fortuna ci sono buoni punti da cui ripartire. Come l’elezione di Iacopo Melio, che rappresenta una rottura vincente», aggiunge il bolognese. Riferendosi al giovane consigliere, scrittore e attivista per le battaglie sui diritti umani che ha raccolto oltre 11mila preferenze a Firenze.

Sardine sul voto referendario

Per Santori, l’esito del voto referendario «da una parte conferma come tanti elettori del centrosinistra siano senza una casa. Dall’altra parte certifica lo scollamento tra la politica partitica e i cittadini. Sapevamo che sarebbe stata una strada in salita ma, intanto, abbiamo quasi otto milioni di persone che valutano con sospetto un’operazione che puzza di ipocrisia e semplificazione».

 

 

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