Sbruffonata Conte, «lunedì porto io mio figlio a scuola». La preside: «Ok! Mancano banchi, aule, prof»
La sbruffonata di Conte: «Lunedì porto io mio figlio a scuola». La preside replica per le rime: «Bene! Mancano banchi, aule, prof»… E sì che il premier aveva esordito dicendo: «Se mi sento tranquillo di accompagnare mio figlio a scuola? Ben tranquillo, assolutamente fiducioso. Gli comunicherò tutto l’entusiasmo di iniziare questo nuovo anno scolastico. Lo accompagnerò col sorriso», ha anche aggiunto in conclusione il presidente del Consiglio, provando a placare preoccupazioni e polemiche sulla scuola a tre giorni dalla riapertura. La preside dell’istituto frequentato dal figlio del premier, però, non se la tiene. E dopo aver a lungo taciuto su mancanze e criticità. Dopo aver provato a calmierare genitori disorientati e insegnanti allibiti. Dopo aver atteso qualche indicazione di sorta un po’ più significativa oltre la data fissata in calendario, con un laconico messaggio indirizzato ai genitori degli alunni del suo plesso, si leva qualche sassolino dalla scarpa.
Spacconata di Conte sulla scuola: «Lunedì porto io mio figlio». E la preside…
E così, come riportato dal sito di Libero in queste ore, la dirigente scolastica annuncia che «la situazione in poche parole è catastrofica. Magari fossero solo gli orari di apertura, su cui forse avrebbe dovuto lavorare in anticipo. Il problema è che manca tutto». Non solo. Nel frattempo, riferisce sempre il quotidiano diretto da Feltri, «nella scuola media frequentata dal figlio del premier, come negli altri tre plessi dell’Istituto comprensivo Parco della Vittoria, i genitori ancora stanno aspettando di sapere gli orari di entrata e uscita della scuola»…
La dirigente scolastica dell’istituto risponde al premier per le rime
E non solo lì. Le incognite legate alla discussa riapertura dell’anno scolastico in presenza continuano a affollare le variabili dell’equazione scuola e sicurezza. Alimentando dubbi e preoccupazioni di dirigenti scolastici e famiglie sulla ripresa della attività. Ancora inibite dalla carenza di spazi e personale docente. Complicate dalla mancata consegna dei materiali scolastici (a partire dai banchi monoposto). Tanto che, solo nelle ultime ore, ancora una volta i presidi in trincea hanno tuonato contro proclami solenni e grandi rassicurazioni sfoderati dal governo sull’imminente inizio del nuovo anno scolastico post-lockdown. Sostenendo che «per riaprire in sicurezza è necessario chealcuni problemi vengano risolti».
Dirigenti scolastici e prof sul piede di guerra
E ancora: «A quanto sappiamo, la consegna dei banchi monoposto è in grave ritardo». O, come ribadito dal presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli, che, per esempio, deve ancora trovare soluzione il problema delle aule: «perché gli enti locali non le hanno reperite ovunque». Così come resta in via di definizione l’assegnazione piena dell’organico, ovvero dei docenti da assumere per assicurare il servizio». Alludendo con ciò alla possibilità di «ragionevoli differenziazioni locali». Insomma, tutto a posto e niente in ordine. Ma il governo tira dritto, con tanto di premier che annuncia l’accompagnamento a scuola del figlio…