Smart working, ecco cosa cambia: dagli accordi individuali per il lavoro da casa ai contagi
Il lavoro da casa, i collegamenti, i problemi in caso di contagio. Cambiano le regole sullo smart working. Dovranno essere regolamentati i tempi di riposo e il diritto alla disconnessione. Vanno stabiliti gli orari in cui il dipendente può assentarsi dal monitor del computer e dalle chiamate aziendali. In sostanza, quando si può tranquillamente “staccare la spina” senza il dovere di essere costantemente reperibile. I sindacati delle imprese e dei lavoratori stanno già mettendo a punto le linee guida per stabilire i contenuti inderogabili di questi nuovi accordi contrattuali. Lo ricorda laleggepertutti.it.
Smart working, l’accordo individuale con il lavoratore
Per il comparto del pubblico impiego il lavoro agile è già stato prorogato fino al 31 dicembre 2020. Questo, per le mansioni che possono essere svolte a distanza. Per gli altri, invece, la possibilità di collocare i lavoratori in smart working dovrebbe tornare ad essere soggetta alle regole ordinarie di legge precedenti. Occorrerà un accordo individuale e stipulato per iscritto tra ogni datore di lavoro e lavoratore, Nel testo dovranno essere stabiliti i tempi e le modalità delle prestazioni lavorative rese in modalità agile e dunque al di fuori dei locali aziendali.
Cosa accade in caso di contagio
Il nuovo decreto consente i congedi straordinari e lo smart working per tutti i genitori di figli minori di 14 anni in caso di “quarantena obbligata” dei figli. È un’eventualità che potrebbe verificarsi in caso di contagi a scuola che comporterebbero la chiusura delle classi interessate o dell’intero istituto. Ma se a contrarre il Covid-19 dovesse essere il lavoratore subordinato, anche se asintomatico, l’isolamento obbligatorio domiciliare comporterà anche il divieto di poter lavorare da casa. Infatti l’isolamento è equiparato alla malattia. E a norma di legge non è possibile rendere le prestazioni lavorative durante questo periodo. Ma tra le eventualità in esame ora spunta la possibilità di fare lavorare in smart working gli asintomatici, se ci sarà il consenso del lavoratore. Anche questo è uno dei temi del dibattito nei tavoli di confronto aperti tra sindacati e imprese.