Sospeso il test sul vaccino: «Reazione anomala». Bassetti ai no-vax: «È la prova che i controlli ci sono»

9 Set 2020 10:38 - di Giorgio Sigona
vaccino

Sospesi tutti i test clinici per il vaccino contro il coronavirus sviluppato da AstraZeneca e dall’Università di Oxford. Un partecipante ha infatti avuto una «sospetta reazione avversa» nel Regno Unito. Lo riferiscono i media inglesi. Secondo il colosso farmaceutico, si tratta di una pausa «di routine» nel caso di «una malattia inspiegabile» che consente di esaminare il caso e rivedere i dati sulla sicurezza.

Vaccino, il test aveva avuto successo nelle prime due fasi

Il vaccino AstraZeneca-Oxford University è visto come un forte contendente tra decine in fase di sviluppo a livello globale. Si sperava che potesse essere uno dei primi ad arrivare sul mercato, dopo il successo dei test di fase 1 e 2. Il suo passaggio ai test di Fase 3, nelle ultime settimane, ha coinvolto circa 30.000 partecipanti negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Brasile e in Sud Africa.

Ridurre al minimo l’impatto

La natura della reazione avversa e il momento in cui si è verificata non sono ancora noti. Anche se – secondo una fonte informata – il partecipante dovrebbe riprendersi. Un portavoce di AstraZeneca ha descritto la pausa come «un’azione di routine che si verifica ogni volta che c’è una potenziale reazione inspiegata in uno dei test». Quindi consente il tempo di «indagare e assicurare allo stesso tempo il mantenimento dell’integrità del processo dei test». Il portavoce ha anche affermato che la società sta «lavorando per accelerare la revisione del singolo evento per ridurre al minimo qualsiasi potenziale impatto sulla tempistica del processo».

Bassetti: la ricerca sul vaccino è seria

«Dispiace per lo stop alla sperimentazione, ma è il segnale che le aziende stanno lavorando con serietà, trasparenza e controllando i dati. Questo è l’argomento più forte che noi possiamo avere nei confronti dei detrattori del vaccino e dei no-vax che hanno attaccato. Avevano detto che sarebbe stato messo in commercio senza fare i controlli. Ecco, questa è la risposta migliore che si poteva dare loro». Lo ha affermato all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, infettivologo dell’ospedale Policlinico San Martino di Genova.

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