Usa, missione di Pompeo a Roma. Vuole capire se “Giuseppi” sta con Washington o con Pechino

29 Set 2020 16:58 - di Redazione
Pompeo

Ad un anno esatto dall’ultima visita, Mike Pompeo torna a Roma per una due giorni fitta di impegni. Al centro dei colloqui che il segretario di Stato Usa terrà con il premier Conte e il ministro degli Esteri Di Maio ci sono soprattutto i rapporti con la Cina, questione ormai centrale anche nella campagna elettorale di Donald Trump. Dello stato delle relazioni con il Gigante Giallo Pompeo parlerà anche in Vaticano con il segretario di Stato monsignor Pietro Parolin. Un colloquio, quest’ultimo, che s’annuncia particolarmente spinoso dopo l’articolo pubblicato da First Things in cui Pompeo, di fede evangelista, afferma che la Santa Sede «metterebbe a rischio la sua autorità morale» se rinnovasse «l’accordo raggiunto due anni fa con il partito comunista cinese, sperando di aiutare i cattolici cinesi».

Pompeo incontrerà anche monsignor Parolin

All’incontro con il capo della diplomazia americana l’Italia si presenta con molte ambiguità. Tra i governi occidentali, quello italiano è l’unico ad aver spalancato le braccia al progetto cinese della Via della Seta. Il Memorandum di Intesa firmato nel marzo del 2019 da Italia e Cina ha provocato allarme alla Casa Bianca. A preoccupare è soprattutto la tecnologia 5G che ha inasprito di molto i già precari rapporti tra Washington e Pechino. Sul punto Pompeo ribadirà la contrarietà del governo americano alla possibilità che la Cina possa gestire una quantità straordinaria di big data occidentali con evidenti ricadute circa la sicurezza dell’alleanza Nato. Il pressing di Washington ha già costretto il governo britannico a rivedere la propria posizione.

A Palazzo Chigi si parlerà anche di Libia

Lo stesso conta di fare ora Pompeo con Conte. Solo qualche giorno fa, infatti, a seguito di un vertice a Palazzo Chigi, fonti di governo hanno lasciato intravedere la “nuova” posizione dell’Italia, ricalibrata dopo le pressioni americane. L’obiettivo è adottare una strategia finalizzata all’indipendenza tecnologica in ambito Ue. Il segretario di Stato parlerà anche di Libia. Un dossier, quello libico, che il nostro governo ha maneggiato con scarsa determinazione. Alla fine al-Serraj, che pure godeva dell’appoggio Onu, ha dovuto affidarsi ad Erdogan per scongiurare la presa del potere del generale Haftar, sponsorizzato da Francia, Russia ed Egitto.

 

Commenti

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  • giovanni vuolo 29 Settembre 2020

    Francamente,questa ossessione di Trump mi turba. E vedo che anche la destra italiana si fa parimenti coinvolgere da questo tormentone. D’accordo, è una Nazione poco democratica; ma ce ne sono tante altre con le quali l’Occidente intero intrattiene rapporti senza batter ciglio. Personalmente non ho nulla contro i cinesi; vengono qui e non pretendondi essere nabtenuti, ma lavorano e pagano le tasse; le cronache non riportano di stupri e crimini compiuti da cinesi. Per me sono i benvenuti. E non dobbiamo dimenticare, che la predilezione della Cina verso l’Italia, è una ricchezza che potrebbe salvarci dalla morsa di un’Europa franco-tedesca, che vuole appropriarsi di tutti i nostri gioielli. Leggevo delle saline di Margherita di Savoia, che stanno per diventare francesi ( non so se lo siano già). Un delirio.