Bassetti replica alla Lucarelli: io come Lady Gaga? Non la ascolto e non sono una icona gay

10 Ott 2020 16:33 - di Redazione

Matteo Bassetti preferisce non replicare al solito killeraggio di Selvaggia Lucarelli. Quest’ultima, dopo avere mirato a Giuseppe De Donno per demolire la sua credibilità e quella della cura al plasma, ora se la prende con l’infettivologo Bassetti. Sui entrambi, De Donno e Bassetti, grava il sospetto che non siano allineati ai diktat del governo Conte e dunque meritano la scomunica giornalistica.

La colpa di Bassetti? Non è un catastrofista

Quale sarebbe la colpa di Bassetti? Semplice: non è un catastrofista e non ci dice  a ogni comparsata televisiva che moriremo tutti di Covid. Così la Lucarelli ha pensato bene di usare la clava punitiva, con un articolo al vetriolo in cui ha definito Bassetti “il Lady Gaga del coronavirus”.

“Preferisco non commentare – è la replica del direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova a Un giorno da pecora su Rai Radiouno –  e poi non ho nemmeno mai ascoltato Lady Gaga, io sono un gran tifoso dei ‘revival’. Mi piacciono Gino Paoli, De André, tutta quella scuola…”.

Dagospia: Bassetti è un’icona gay

Non solo, secondo Dagospia, Bassetti sarebbe un’icona gay e piacerebbe molto a quel mondo. “Ma sono un eterosessuale convinto – afferma Bassetti – Io in questo periodo sto cercando di esser quello che sono sempre stato: me stesso. A me della popolarità interessa poco e ne farei a meno. Penso che in un momento come questo sia giusto che parlino le persone che i virus li hanno sempre trattati”.

Bassetti: evitare di dare messaggi di terrore

Passando alle cose serie, Bassetti nel suo ultimo post su Facebook fa il punto della situazione nel suo ospedale a Genova: “Appena finito il giro con i miei collaboratori dei pazienti ricoverati con Covid nel reparto malattie infettive. I ricoveri crescono, ma per fortuna anche le dimissioni. Rispetto ai giorni terribili della scorsa primavera, assistiamo a ricoveri mediamente più brevi, età media (67 anni oggi) leggermente più bassa, malattia più gestibile e letalità praticamente azzerata. Abbiamo ancora qualche caso più complesso, ma questi rappresentano la minoranza. Abbiamo i farmaci, sappiamo come e quando usarli e siamo più sicuri di quello che facciamo. Occorre quindi evitare di dare messaggi di terrore. La situazione è da tenere sotto stretta osservazione, ma è molto diversa rispetto a marzo e aprile. Completamente diversa.
Rassicuriamo gli italiani che il Covid oggi è una malattia più gestibile e curabile nella maggior parte dei casi. Noi stiamo facendo del nostro meglio. Un grazie a tutto il gruppo del San Martino che lavora costantemente per garantire il massimo a tutti. Ora più che mai occorre che tutti i cittadini facciano la loro parte rispettando le misure che conosciamo (D-M-L-V-E), ovvero distanziamento, mascherine, lavaggio mani, vaccinazioni e educazione e rispetto.

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