Biden trema per la rimonta di Trump e passa alle offese: “I 200mila morti di Covid sono colpa tua”
“Oltre 200mila americani sono morti, 50mila vengono contagiati ogni giorno, mille al giorno muoiono. Questa è un’emergenza nazionale. Il presidente dovrebbe assumersene la responsabilità”. Così il candidato democratico alla Casa Bianca, Joe Biden, su Twitter, poco dopo le dimissioni di Donald Trump dall’ospedale, dove era stato ricoverato venerdì con i sintomi del coronavirus. “Indossate la mascherina”, ha esortato ancora Biden.Biden si pente di aver dato del “pagliaccio” a Trump.
“Avrei dovuto dire che era una buffonata invece di dargli del pagliaccio”, ha detto il candidato democratico una settimana dopo il primo dibattito con il presidente americano, appena rientrato alla Casa Bianca dopo aver annunciato di essere positivo al coronavirus ed essere stato ricoverato per tre giorni al Walter Reed National Military Medical Center.
Biden pronto a un nuovo confronto con Trump
“E’ stato molto difficile”, ha aggiunto Biden parlando del dibattito, 90 minuti di scintille, interruzioni e attacchi personali. “Penso sia stato imbarazzante per il Paese – ha affermato l’ex vice presidente intervenuto in occasione di una town hall organizzata dalla Nbc – vedere il presidente prepotente in quel modo”.
Ieri Biden si è detto disponibile al prossimo dibattito con Trump, previsto per il 15 ottobre, se il presidente sarà guarito e ci sarà il via libera dei medici. Intanto la Commissione responsabile per i dibattiti presidenziali ha annunciato che sta valutando un cambiamento per il format “per garantire un confronto più ordinato”.
Domani sera il duello tra i vice Pence ed Harris
Il dibattito tra i candidati alla vice presidenza solitamente non conta. Ma dopo che Donald Trump ha contratto il Covid e si sono accesi i riflettori sul ruolo istituzionale e politico di Mike Pence, il duello di domani tra il vice presidente e la sfidante democratica Kamala Harris è diventato rilevante. E si è mostrato come lo scontro, visivamente ancora più forte di quello tra i due uomini anziani, bianchi Donald Trump e Joe Biden, tra due volti opposti dell’America.
Come era successo con Barack Obama, Kamala Harris rappresenta infatti nella sua persona e storia prima ancora che nei programmi politici la spinta verso l’America multiculturale ed aperta a cui l’amministrazione Trump-Pence ha dichiarato guerra negli ultimi quattro anni. Nata 55 anni fa in California da madre indiana e padre di Haiti – entrambi professori universitari, la madre biologa specializzata nella ricerca oncologica ed il padre docente di Economia a Standford – la senatrice, già procuratore generale della California – è la prima donna non bianca in corsa per la vice presidenza. La sua scelta è stata celebrata dalle femministe americane, che il 19 ottobre si preparano a scendere in piazza a Washington e nelle altre città americane contro la nomina della giudice antiaborto Amy Comey Barrett alla Corte Suprema, che hanno lodato il fatto che Harris è stata sempre “in prima linea per la giustizia razziale, i diritti riproduttivi delle donne e la parità di genere”.