Carlo Acutis è beato. Morto adolescente per una leucemia, già a 3 anni manifestava i segni della fede
E’ stato proclamato beato nella Basilica di San Francesco ad Assisi il giovane Carlo Acutis, morto nel 2006, a 15 anni, per una leucemia fulminante al termine di una breve vita dedicata alla fede.
Carlo Acutis, la salma esposta in tuta da ginnastica
È il primo «millennial» a ricevere gli onori dell’altare: la sua salma è stata composta e poi esposta al pubblico in tuta e scarpe da ginnastica. Carlo è anche il primo beato ad aver avuto in vita sua un profilo social su Facebook, attraverso il quale ha dato testimonianza della sua profonda fede. Da lì raccontava di sentire la presenza di Gesù «come un amico e «una persona viva». Carlo potrebbe diventare dunque il patrono della Rete.
La madre: in lui c’era una predisposizione naturale al sacro
La madre ha raccontato che il figlio adolescente andava a prestare conforto, nel tempo libero, ai senzatetto di Milano. Ha inoltre spiegato che Carlo non si accostò alla fede per merito dei genitori ma per una naturale predisposizione: “In vita mia – racconta la mamma di Carlo – ero stata in chiesa solo tre volte: prima comunione, cresima, matrimonio. E quando conobbi il mio futuro marito, mentre studiava economia politica a Ginevra, non è che la domenica andasse a messa. Ma c’era in lui una predisposizione naturale al sacro. A 3 anni e mezzo mi chiedeva di entrare nelle chiese per salutare Gesù. Nei parchi di Milano raccoglieva fiori da portare alla Madonna. Volle accostarsi all’eucaristia a 7 anni, anziché a 10».
Il miracolo avvenuto in Brasile
Il miracolo che la Chiesa gli attribuisce – spiega ancora la madre – “accadde in Brasile nel settimo anniversario della morte, il 12 ottobre 2013, a Campo Grande. Matheus, 6 anni, era nato con il pancreas biforcuto e non riusciva a digerire alimenti solidi. Padre Marcelo Tenório invitò i parrocchiani a una novena e appoggiò un pezzo di una maglia di Carlo sul piccolo paziente, che l’indomani cominciò a mangiare. La Tac dimostrò che il suo pancreas era divenuto identico a quello degli individui sani, senza che i chirurghi lo avessero operato. Una guarigione istantanea, completa, duratura e inspiegabile alla luce delle attuali conoscenze mediche”.