Conte sotto assedio, l’idea è il lockdown (palese o mascherato) fino all’Immacolata. Il nodo Azzolina

24 Ott 2020 8:18 - di Fulvio Carro
lockdown

La situazione sta sfuggendo di mano al governo. O forse è già sfuggita di mano. C’è nervosismo a Palazzo Chigi, Conte e compagni arrancano, si rafforza l’ipotesi del lockdown fino all’Immacolata. I dati dei contagi accelerano, il rapporto dell’Istituto superiore di sanità chiede nuove misure. Sulla stessa linea l’appello di 100 tra accademici e docenti. Evidentemente i famosi Dpcm non sono adeguati.  Si ha la sensazione (anche se per molti è una certezza) che si cerchi di salvaguardare posizioni indifendibili, come quella della Azzolina e della De Micheli. Hanno combinato un disastro tra scuola e trasporti. Avrebbero dovuto concordare una strategia. E invece hanno pensato ai banchi a rotelle o a ignorare le proposte che arrivavano per ovviare al problema dei trasporti.

Conte, il lockdown e la figuraccia della Azzolina

Alcuni punti sono sul tavolo. Bisogna scongiurare un nuovo lockdown generalizzato perché altrimenti la situazione economica rischierebbe il tracollo. Poi bisogna evitare la chiusura totale delle scuole, altrimenti la Azzolina farebbe l’ennesima figuraccia (e sarebbe costretta a gettare la spugna). E la contestatissima “ministra” è difesa a spada tratta dai Cinquestelle. Occorre anche evitare la chiusura degli uffici pubblici, per ragioni molto simili. Intanto però i rischi aumentano a dismisura, i contagi esplodono.

C’è chi pone sul tavolo il nodo del Natale

Eppure, poco prima che i nuovi dati venissero diffusi, a Palazzo Chigi confidavano in un weekend relativamente tranquillo, senza colpi di scena o nuovi Dpcm a sorpresa. Ma il vento sembra spirare in una nuova direzione. C’è il pressing del Pd:  molti dem spingono per «chiudere subito», con l’obiettivo di tentare di “salvare” il Natale. Quindi, un lockdown fino all’Immacolata sperando in un ritorno a una pseudo normalità per le festività natalizie.

Di Maio, la scuola e Renzi

Lockdown? Luigi Di Maio scrive un post su Facebook per difendere a spada tratta l’operato della Azzolina. E ammette:  «Dobbiamo dirci chiaramente che alcune cose non vanno. Penso ai drive-in ». In questo fuoco di fila che mette sotto assedio il premier, non manca di farsi sentire la voce critica di Matteo Renzi. «C’è qualcosa che non va nella gestione dell’emergenza», riconosce l’ex premier. «Penso che i problemi della seconda ondata derivino essenzialmente da quattro “t”: mancano tamponi rapidi, manca tracciabilità seria, mancano trasporti pubblici, dobbiamo avere più terapie intensive».

Commenti

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  • sergio la terza 24 Ottobre 2020

    parla Dimaio il primo coglione fra i 5s