Covid, il virus non dà tregua: 16.079 i contagi di oggi, 1000 più di ieri con meno tamponi. 136 morti
Covid, i contagi di oggi dimostrano che il virus non dà tregua. E procede con aumenti significativi. Tanto che oggi, secondo i dati appena diffusi dal ministero della Salute, sono 16.079 i nuovi casi di coronavirus in Italia. Dunque, quasi mille più di ieri, ma con circa 7.500 tamponi in meno: i tamponi eseguiti oggi sono 170.392.(contro i 177.848 di ieri). Non solo. Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 136 morti, che portano il totale a quasi 40.000 decessi: per l’esattezza sono 36.968 dall’inizio dell’emergenza. Infine, i ricoveri sui pazienti ricoverati in terapia intensiva, che oggi sono 992, segnano un ulteriore incremento di 66 unità da ieri. Per quanto riguarda le singole regioni, infine, si registrano ancora 4125 nuovi casi in Lombardia, 1550 in Piemonte, 1541 Campania e 1251 nel Lazio. La meno colpita è il Molise, con 28 nuovi riscontri dopo 696 tamponi eseguiti.
Covid, i contagi di oggi contano 1000 positivi più di ieri. Speranza sui tamponi
Intanto, il Covid dopo l’inquietante aumento dei contagi di oggi, dimostra di correre ancora. Mentre sul caos tracciamenti, il ministro Speranza tenta ancora di trovare la quadra. Così oggi ha dichiarato che «si lavora per stipulare convenzione con i medici di medicina generale per far rientrare il tampone tra i punti dovuti». Anche perché, ha proseguito il titolare del dicastero della Salute durante una riunione convocata con le regioni per fare il punto sul tracciamento, «in base al numero di tamponi che Arcuri, come da fabbisogno regionale richiesto, sta acquistando, sarà necessario aumentare il numero degli screening effettuati». Quindi, sull’eventualità di effettuare i tamponi in farmacia, Speranza ha concluso: «In farmacia si fanno già i test sierologici in alcune regioni. Proviamo a fare una sperimentazione come sta avvenendo a Trento per fare gli antigenici anche in farmacia. Disponibile a interloquire con tutti per controfirmare ordinanze condivise».
Tamponi nei drive in: sui social monta la protesta dei cittadini per le code
Del resto, tra storie e attese i cittadini denunciano sui social malfunzionamenti e rischi di contagi. E, in qualche modo, provano ad aiutarsi dando consigli e suggerimenti. L’Italia non è un Paese per i tamponi nei drive-in. Parafrasando un film di qualche anno fa, è questa la situazione che emerge nei commenti sul web, spesso nella pagine degli assessorati regionali alla Sanità, della varie città. Che hanno lanciato, rincorrendo spesso la curva epidemica sempre più in salita, i famosi “drive-through”, o postazione per effettuare i test rapidi senza scendere dalla macchina. Sono stati predisposti a Roma, a Milano, a Firenze, a Torino, a Bologna e a Bari. Una delle situazioni più “calde” per i drive-in, visto anche l’enorme bacino di popolazione, è quella della Capitale. Sulla pagina social dell’assessorato alla Sanità della Regione Lazio, “Salute Lazio”, sono molti i commenti e i racconti di disservizi piccoli e grandi che hanno vissuto i cittadini.
L’allarme di Bassetti: «Stop a corse per i tamponi: code a rischio contagi»
Per non parlare dell’allarme sul rischio dei contagi durante le attese. Uno su tutti, quello denunciato dal direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti, che proprio oggi ha dichiarato: «Occorre evitare il sovraccarico delle strutture che fanno tamponi. C’è infatti una corsa a questi test. Si va dal medico e gli si chiede di prescriverlo. Ma così il dottore si trova tra l’incudine e il martello perché ha tante persone che chiedono la stessa cosa. Quindi occorre evitare di usare i tamponi quando non sono appropriati. Altrimenti si creano file e attese. Pensiamo a tante persone che stanno 6-7 ore in coda… Si crea un ambiente dove potrebbe avvenire un calo di attenzione nelle misure di prevenzione. E se c’è un positivo, ci può essere il rischio anche di potenziali contagi»…
Al Lazio la maglia nera per file e attese per il tampone
In cima alla classifica ci sono le code e le attese per il tampone. Un utente posta la sua esperienza: «Asl Roma 5 Guidonia, il tampone fatto il 20 ottobre. Codice con Sms arrivato per la lettura con 2 giorni di ritardo dopo numerosi solleciti telefonici. Mail inviate a tutti gli indirizzi possibili della Asl di riferimento, nonché al laboratorio analisi di Tor Vergata da dove arriva il referto. Ad oggi nessun referto. Che amarezza. Così si chiede la collaborazione dei cittadini. Noi ce la stiamo mettendo tutta ma il sistema non funziona».