Covid, l’infettivologo Galli: «Non sono tranquillo, l’Italia può avere problemi. Momento decisivo»

1 Ott 2020 9:46 - di Fabio Marinangeli
infettivologo Galli

«L’andamento dei contagi da coronavirus Sars-CoV-2 in Italia è sicuramente migliore rispetto al trend che si registra in altri Paesi europei. Ma il momento è delicato. «E io non sono rilassato per niente, lo posso dire con doverosa franchezza». Lo confessa l’infettivologo Massimo Galli, dell’ospedale Sacco e dell’università degli Studi di Milano. Parla a Buongiorno su SkyTg24. Per l’esperto «la preoccupazione è legittima, come lo è» comunque «anche un filo di ottimismo per come è andata finora. Però siamo veramente sul crinale», avverte. «Potrebbe portarci anche a una situazione nettamente peggiore, così come l’opposto. Queste 2 o 3 prossime settimane sono cruciali nell’osservazione, nel contenimento e nell’intervento immediato sulla limitazione dei focolai».

L’infettivologo Galli: «Tocca stare molto attenti»

«Questa estate ha rimescolato le carte, ahimè», osserva. «E regioni che erano state poco colpite» da Covid-19, «e che però avevano fatto molto bene il lockdown, purtroppo dopo l’estate si sono viste arrivare infezioni che precedentemente non avevano. Toccherà stare molto, ma molto attenti proprio lì. Non solo in Campania», precisa l’infettivologo Galli. E ricorda che «ci sono altri focolai in giro per l’Italia con caratteristiche simili».

«Potremmo avere problemi»

In conclusione, in Italia al momento «stiamo certamente meglio rispetto alla Francia e la Spagna e speriamo che si continui a stare meglio», auspica l’esperto. «Però è un dato di fatto che potremmo avere problemi. Quindi l’attenzione deve continuare a essere massima. È la solita canzone che cantiamo tutti quanti in continuazione, ma altro non si può veramente dire».

Il problema dei vaccini antinfluenzali

«Preferirei che per gli operatori sanitari avessimo disponibilità di vaccino un po’ prima. Ma a quanto pare questo non sarà», incalza l’infettivologo Galli. L’esperto conferma problemi nella disponibilità di dosi vaccinali nelle farmacie, da vendere alla popolazione attiva non inclusa nell’offerta gratuita delle campagne vaccinali. E auspica su questo una soluzione tempestiva. “Per quanto riguarda” invece “la copertura delle categorie fragili”, la vaccinazione antinfluenzale «dovrebbero averla per prime e con una disponibilità importante le persone che hanno altre patologie».

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